L’emergenza Covid-19 ha accelerato in maniera drammatica la trasformazione dell’industria televisiva nazionale negli ultimi due anni. Non si era mai visto, nell’arco di decenni, un cambiamento così radicale in così poco tempo, che non è solo il frutto dell’andamento macroeconomico generale, ma anche di una trasformazione nei consumi non più solo generazionale, ma che coinvolge l’intera popolazione e che è destinata a consolidarsi anche nel futuro post-pandemia.
In questo contesto, di grande trasformazione, nel corso del 2021 si è assistito al realizzarsi di numerosi eventi che hanno modificato alle fondamenta l’intero assetto televisivo: ciò che emerge è un grande processo di ristrutturazione e sviluppo di nuovi business model, che sta trasformando l’intera industria televisiva nazionale.
Come conseguenza, il primo risultato eclatante è la progressiva migrazione della tradizionale tv lineare verso i servizi di video streaming a banda larga. Vettore fondamentale in questo senso è stato il passaggio nell’ultimo anno dei diritti sportivi più pregiati dalle reti televisive broadcast ai servizi online, che ha spinto ancor più ad accelerare un processo già in atto, con l’abbandono di abbonati della tv a pagamento lineare (cord cutting) in favore di meno costose e sempre più attraenti offerte di video streaming (Svod).
Nel complesso, secondo ITMedia Consulting, si stima che a fine 2021 il mercato televisivo crescerà complessivamente del 5,2%, ritornando al di sopra dei valori 2019 pre-Covid e scavalcando di nuovo la barriera di €8 miliardi. Si determina in particolare nella pay-TV un processo di ricomposizione che se da un lato fa crescere notevolmente gli abbonati, non determina un’analoga crescita di ricavi, essendo le offerte in streaming basate su un Arpu molto meno elevato. La pubblicità recupera le perdite del 2020, con una crescita in doppia cifra (10,2%), ritornando così ai valori del 2019 e dando un contributo decisivo alla crescita del mercato nel suo complesso.
Almeno nel breve-medio termine (2023), le tendenze appena ricordate sono destinate a consolidarsi e persino ad accelerare, dal momento che il Covid-19 ha incoraggiato le persone ad apprezzare l’intrattenimento domestico online, coinvolgendo in tale modalità di consumo anche una parte della popolazione meno incline all’uso delle tecnologie più evolute.
Impressionante, in tal senso, è il dato della Broadband TV che, continua il suo inarrestabile processo di penetrazione nelle famiglie italiane. ITMedia Consulting prevede infatti che alla fine del 2023 l’offerta televisiva trasmessa in BBTV raggiungerà 12,8 milioni di abitazioni dai 10,1 milioni del 2021, a un tasso di crescita media annua di oltre il 10%. In questo mutato contesto la pay-TV continuerà a crescere a ritmi in doppia cifra con una penetrazione del 60% delle famiglie italiane nel 2022.
Il settore si trova dunque ad affrontare un mutamento radicale, ulteriormente accentuato dall’emergenza coronavirus.
ITMedia Consulting prevede che tale dinamica continuerà a manifestarsi anche nel prossimo biennio, focalizzandosi sui comparti più dinamici e innovativi, a cominciare dall’online, dove si stanno trasferendo ingenti risorse sottratte alla televisione tradizionale e dove nuovi operatori
“non-televisivi” raccolgono gran parte delle risorse pubblicitarie. Alla luce dello scenario appena descritto, ITMedia Consulting prevede una ripresa consistente del mercato televisivo nei prossimi anni, a un tasso medio annuo (Cagr) del 3,7%.
Rispetto all’andamento generale si possono poi evidenziare i seguenti trend per i prossimi due anni: diffusione della fibra e dei servizi di Iptv (Sky wi-fi) e lancio dei primi servizi commerciali 5G in ambito consumer; trasferimento degli abbonati satellitari di Sky su fibra (Sky wi-fi); ampliamento dell’offerta live e in particolare quella sportiva sul broadband; switch-off della televisione digitale terrestre nel nuovo standard Dvb-T2; incremento della pubblicità video online come parte del totale pubblicità TV.
Il periodo 2021-2023 sarà segnato infine dalla forte crescita degli operatori minori. Sky, tra i big player, dopo aver assunto una posizione di assoluto predominio negli ultimi anni, è l’operatore che sembra soffrire maggiormente di questa crescente competizione e di radicale trasformazione del modello di business sul versante della pay-TV.