La Cgil fa una causa contro Deliveroo per discriminazione collettiva. La multinazionale del food delivery infatti – sostiene l’avvocato che segue la causa, Carlo De Marchis – utilizza un algoritmo per assegnare le consegne che penalizza persone che hanno malattie o esigenze di cura o chi esercita il diritto di sciopero.
“Filt, Filcams e Nidil Cgil nazionali – spiega la Cgil – hanno promosso innanzi al Tribunale di Bologna un’azione legale per condotta discriminatoria nei confronti di una delle principali multinazionali del food delivery. Alla base della causa l’utilizzo dell’algoritmo “Frank”: per il sindacato emargina i lavoratori che per motivi personali legati a diritti come la malattia e lo sciopero, non si rendono continuativamente disponibili al lavoro”. La prima udienza è prevista per il 2 gennaio 2020. Il ricorso promosso è il primo del genere in Europa, afferma la Cgil e “rappresenta la prima applicazione della legge 128/2019 sui riders”.
“L’algoritmo, nell’elaborare i ranking reputazionali dei ciclofattorini, che determinano di fatto le future opportunità di lavoro e le priorità di prenotazione per le consegne – spiega la Cgil – emargina, fino ad estrometterli dal ciclo produttivo, coloro che non riescono a essere disponibili a loggarsi nelle aree di lavoro assegnate. Il rider che non si adegua alla logica dell’algoritmo viene gradualmente escluso dalle possibilità di impiego, arrivando in alcuni casi a essere deloggato dal sistema”.
“Chiediamo al Giudice – conclude la Cgil – di riconoscere il diritto dei riders ad associarsi per svolgere attività sindacali attraverso forme di astensione collettiva, con pieno riconoscimento dei diritti di sciopero e di malattia, senza subire penalizzazioni nelle future occasioni di lavoro. Inoltre chiediamo che, con i lavoratori e le organizzazioni sindacali, venga predisposto un piano per rimuovere tutti i fattori di discriminazione che caratterizzano l’algoritmo”.
La risposta di Deliveroo
“Deliveroo non è stata informata direttamente né del procedimento riportato, né dell’udienza del 2 gennaio: i rider che collaborano con Deliveroo sono lavoratori autonomi e sono liberi di accettare o rifiutare una proposta di consegna, senza alcuna discriminazione – dice l’azienda in una nota – I rider non sono penalizzati se rifiutano le proposte di consegna”.
“Gli algoritmi di Deliveroo sono creati dalle persone e l’algoritmo implementa delle regole che sono sviluppate dalle persone, l’algoritmo non discrimina tra i rider in base alle prestazioni e alle caratteristiche personali”, conlcude la piattaforma.