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La Cina non molla Ant e mira allo spezzatino di Alibaba

Prosegue la campagna governativa per frenare lo strapotere dei giganti tecnologici nazionali, considerata una “sfida” al Partito Comunista Cinese. Nel mirino il gruppo di Jack Ma a cui è stato chiesto di cedere le attività media. E sarebbe solo il primo passo: Tencent l’altro colosso sotto osservazione

Pubblicato il 16 Mar 2021

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Il governo cinese ha chiesto ad Alibaba Group Holding di cedere i suoi beni mediatici. Lo ha riferito nei giorni scorsi il Wall Street Journal, spiegando che della questione si parlerebbe sin da inizio anno, alla luce dei crescenti interessi in ambito media da parte di Alibaba.

La società, la cui attività principale è la vendita al dettaglio online, ha partecipazioni nella piattaforma Weibo simile a Twitter e in diversi organi di informazione tra cui il South China Morning Post di Hong Kong. Tale influenza è vista come una seria sfida al Partito Comunista Cinese e al suo potente apparato di propaganda, hanno affermato le fonti del Journal. Alibaba, dal canto suo, non ha risposto a una richiesta di commento da parte di Reuters. Pare tuttavia che, in una lettera inviata ai dipendenti del South China Morning Post, l’amministratore delegato del giornale Gary Liu abbia affermato che “l’impegno di Alibaba nei confronti di Scmp rimane invariato e continua a sostenere la nostra missione e gli obiettivi aziendali”. La notizia è stata diffusa dalla stessa agenzia Reuters.

Ma quanto vale realmente Ant Group? Secondo alcuni degli investitori globali, la società cinese di fintech sarebbe stata valutata  oltre 200 miliardi di dollari, sulla base della sua performance del 2020. Si tratta di un dato di circa un terzo superiore alla valutazione di Ant dopo la sua ultima raccolta fondi nel 2018, quando si è rivelata la società tecnologica non quotata più preziosa al mondo, ma ben al di sotto dei 315 miliardi di dollari che ha pubblicizzato per quella che sarebbe stata la più grande Ipo mai vista.

Le speranze degli investitori in un enorme guadagno sono crollate quando il controllo normativo ha bloccato l’offerta pubblica iniziale (Ipo) da 37 miliardi di dollari giorni prima della quotazione di Ant a novembre. Secondo fonti e analisti, la ristrutturazione su mandato delle autorità di regolamentazione come società finanziaria piuttosto che tecnologica ha da allora reso un po’ più prudente con la loro analisi, poiché la prima ha tipicamente valutazioni inferiori.

L’attività di Ant nel trimestre ottobre-dicembre è stata poco influenzata dal controllo normativo. Tuttavia, la valutazione rivista della filiale di Alibaba Group Holding e il calendario di quotazione devono attendere fino a quando non sarà finalizzato un piano di rinnovamento.

Il presidente Xi: “Necessario prevenire l’espansione disordinata del capitale”

Intanto il presidente della Cina, Xi Jinping, ha presieduto ieri una riunione del Comitato di consulenza e coordinamento finanziario del Partito comunista, ordinando alle autorità di regolamentazione di intensificare la supervisione delle società Internet, reprimere i monopoli, promuovere una concorrenza leale e prevenire l’espansione disordinata del capitale. “Lo sviluppo dell’economia delle piattaforme in Cina è attualmente in una fase cruciale. E’ necessario concentrarsi sul lungo termine, rafforzare i punti deboli e creare un ambiente innovativo per promuovere lo sviluppo sano e sostenibile dell’economia delle piattaforme”, ha affermato. Secondo quanto riferisce l’emittente televisiva di Stato “Cctv”, Xi ha spiegato che le società Internet devono migliorare la sicurezza dei dati e che le attività finanziarie devono essere soggette a supervisione normativa.

Nel mirino anche gli altri colossi nazionali

Le indicazioni di Xi suggeriscono che Pechino, finora concentrata proprio su Alibaba Group di Jack Ma e sul suo braccio finanziario Ant Group, si stia preparando a intensificare una campagna per frenare l’influenza delle sue più grandi e potenti società private. La cosiddetta “economia delle piattaforme” potrebbe applicarsi a diversi giganti di Internet e della telefonia mobile che offrono servizi a centinaia di milioni di utenti, dal colosso del trasporto auto Didi Chuxing al gigante della consegna di cibo Meituan e ai leader dell’e-commerce come Jd.com e Pinduoduo.

Secondo fonti informate, i principali regolatori finanziari vedrebbero Tencent come prossimo obiettivo in termini di una maggior supervisione. Come Ant, le fonti hanno spiegato che Tencent sarà probabilmente tenuta a costituire una società di partecipazione finanziaria per includere i suoi servizi bancari, assicurativi e di pagamento. Le due aziende creeranno un precedente per altri attori della tecnofinanza nel rispetto di normative più severe.

Una tale mossa segnerebbe una significativa escalation nella campagna cinese per frenare l’influenza dei suoi giganti tecnologici, iniziata lo scorso anno con lo stop dell’offerta pubblica iniziale (Ipo) di 35 miliardi di dollari di Ant e la pubblicazione di nuove normative antitrust che disciplinano le aziende tecnologiche. Tencent ha perso più di 65 miliardi di dollari di valore nei due giorni successivi a quest’ultima novità, sebbene le sue azioni siano aumentate oggi di oltre l’uno per cento.

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