LA SENTENZA

La Corte Ue: “La tassa spagnola sulle copie digitali viola le norme”

Bocciato il sistema di equo compenso per i detentori dei diritti d’autore anche nel caso di copie private. Soddisfatta DigitalEurope: “Meccanismo di remunerazione obsoleto e poco trasparente”

Pubblicato il 10 Giu 2016

copyright-131115125040

La Corte di Giustizia europea ha bocciato la tassa sulle copie digitali imposta dalla Spagna per remunerare i detentori dei diritti d’autore anche nel caso in cui vengano effettuate delle copie delle loro opere per uso privato.

La Spagna aveva varato in passato una tassa sui terminali e i supporti per la riproduzione digitale (la cosiddetta “Canon Digital“), annullata poi da Madrid nel 2012 e sostituita da un sistema in cui i detentori del copyright ricevono un “equo compenso” direttamente dallo Stato (con fondi del bilancio federale) per garantire una remunerazione anche sulle copie private. E’ stata così di fatto reintrodotta una tassa sulla copia privata che risaliva al 1987 e che già era stata attaccata dal sistema giuridico tanto spagnolo che europeo.

Ora la Corte di Giustizia europea ha formalmente decretato che il sistema vigente in Spagna è contrario alla legge dell’Unione europea perché non distingue tra utenti privati e business e non “garantisce che il costo dell’equo compenso sia sostenuto effettivamente solo dagli utenti delle copie private”, ha affermato la Corte europea. E’ stata la Corte Suprema spagnola a chiedere l’opinione dell’Ue dopo le proteste degli intermediari che si occupano della gestione dei diritti d’autore.

La decisione della Corte di Giustizia europea è stata infatti salutata con favore dalle società del collecting, come Egeda, Dama e Vegap, ma hanno mostrato soddisfazione anche l’associazione spagnola che difende i diritti della proprietà intellettuale Adepi e DigitalEurope, il cui direttore generale John Higgins ha commentato: “Questa sentenza è una vittoria per il buonsenso e un colpo ben assestato a coloro la cui principale occupazione è sostenere un meccanismo di remunerazione del diritto d’autore obsoleto, costoso, poco trasparente e inefficiente”.

La sentenza europea segue una serie di decisioni della Corte di Giustizia Ue che hanno messo in dubbio la sostenibilità legale di diverse forme di tassazione sul digitale e arriva mentre la Commissione si prepara a lanciare in autunno una vasta riforma del sistema del copyright che mira a creare un quadro legislativo più snello e armonizzato, in linea con le esigenze dell’era digitale.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati