Piano di ristrutturazione lacrime e sangue per Toshiba. Il colosso giapponese, reduce dallo scandalo dei conti truccati esploso nel corso dell’estate, ha annunciato il taglio di 6.800 posti di lavoro nelle divisioni tv, pc ed elettrodomestici. La decisione segue la previsione di una perdita annuale da aprile 2015 al prossimo mese di marzo pari a 550 miliardi di yen, circa 4,5 miliardi in euro.
Tanto per rendere l’idea, circa il doppio di tutti gli utili cumulati dal gruppo negli ultimi 20 anni. I primi bilanci falsificati risalgono al 2008 e da allora gli utili complessivi sono stati gonfiati di circa 1,2 miliardi di dollari. Uno scandalo che ha costretto il presidente Hisao Tanaka e sette top manager del board alle dimissioni (tra questi il direttore esecutivo Keizo Maeda) e che sta costringendo il nuovo numero uno Masashi Muromachi (nella foto) a scavare in fondo al cappello nella speranza di trovarci un coniglio che possa risollevare le sorti di Toshiba.
Lo stesso Muromachi ha annunciato l’avvio di una causa contro i vecchi dirigenti: “Avverto una forte responsabilità, farò tutto il possibile per traghettare la compagnia verso acque sicure e recuperare la fiducia di tutti”. Ma recuperare la fiducia degli investitori, che in 12 mesi hanno dimezzato la capitalizzazione di mercato del gruppo giapponese, sarà difficile specialmente dopo la decisione di Moody’s. L’agenzia ha infatti declassato il rating della compagnia nipponica da Baa3 a Ba2, che in gergo finanziario viene anche definito “spazzatura”. In una nota Moody’s ha motivato la decisione facendo riferimento all’annuncio sulle previsioni finanziarie per il prossimo esercizio e spiegando che “i profitti e la generazione di flussi di cassa saranno significativamente inferiori alle nostre precedenti aspettative”.
A Bloomberg Mitsushige Akino, analista di Ichiyoshi asset management ha spiegato che per rialzarsi Toshiba deve fare di più. “Ma non è facile come tagliare persone e chiudere divisioni in perdita – aggiunge Akino -. La domanda è quali saranno i risultati due anni dopo la ristrutturazione”.
Proprio sulle prospettive future pesano le altre decisioni prese dai nuovi vertici del gruppo. Oltre ai 6.800 posti di lavoro prossimi al taglio nella divisione lyfestyle, la compagnia taglierà ulteriori 1.000 dipendenti nel corporate e 2.800 nel settore chip. La società ha deciso anche di vendere l’impianto di produzione di televisioni in Indonesia e di chiudere il centro di ricerca alla periferia di Tokyo. Insomma, per Toshiba la luce in fondo al tunnel non si vede affatto.