Come si fa a progettare una rete su misura di business? Quali sono le funzionalità innovative su cui fare leva e quali le tipologie di rete emergenti? Ne abbiamo discusso in occasione del Digital Talk CorCom-Accenture “Reti aziendali: innovazione e crescita per il futuro del business” che ha visto protagonisti Michele Marrone Senior Managing Director, Cloud First Networks Services Europe Lead di Accenture e Alessandro Terzi, Senior Manager, Rome 5G and Cloud Networks Studio Lead di Accenture, e che soprattutto ha acceso i riflettori sui progetti di rete portati avanti da Aeroporti di Roma, Iveco e Pirelli per spingere la trasformazione digitale.
Il ruolo delle infrastrutture per la spinta al business
Il tema dell’importanza delle reti è più che rilevante per Accenture nell’ambito dei progetti di trasformazione dei clienti. “Da uno studio frutto delle interviste di 1.000 executive delle 2.000 principali azienda mondiali è emersa una discrepanza fra l’evoluzione digitale nel contesto aziendale e quella dell’infrastruttura”, ha evidenziato Michele Marrone Senior Managing Director, Cloud First Networks Services Europe Lead di Accenture. Dall’indice di digitalizzazione, che analizza più parametri sulla transizione digitale delle aziende- ad esempio dall’adozione del cloud all’uso dell’IoT e degli endpoint connessi – è emerso che negli ultimi anni c’è stata una crescita esponenziale ma a ciò non è corrisposta un’analoga crescita della capacità di rete intesa come capacità di trasmissione dati da parte dele aziende. E non è corrisposto neanche un incremento di spesa a livello di infrastruttura. “Eppure l’infrastruttura gioca un ruolo importante: l’87% degli intervistati ritiene che il fabbisogno di dati sarà sempre più accentuato dall’utilizzo delle nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale. E il 66% degli executive considera la capacità di un’infrastruttura efficiente e dinamica come elemento chiave e di successo per le performance di tutta l’azienda”, sottolinea Marrone. “Inoltre, dalle rilevazioni che possiamo considerate come benchmark di riferimento, emerge che il 40-45% dei nostri clienti non è migrato a infrastrutture di nuova generazione come l’Sd-Wan ma opera ancora con un modello di infrastruttura di tipo legacy. Più di tre quarti non utilizza il wi-fi 6 o reti private 5G per l’interconnessione dei dispositivi, quindi il modello di riferimento è ancora tradizionale; solo il 4% ha avviato un campus network all’interno dell’entreprise e si va poco verso il modello network as a service ossia di trasformazione degli investimenti da capex a opex”. Secondo Marrone “è importante dunque incrementare la spesa in infrastrutture e non solo in ottica di manutenzione di quelle legacy: va fatto uno shift creando una vera e propria network transformation. A tal proposito abbiamo identificato una serie di linee guida; user experience, per cambiare il focus dagli Sla a un’infrastruttura resiliente; la sicurezza dell’infrastruttura va implementata by design e serve una “360 Observability” per un monitoraggio dalla rete alla sicurezza, dalla sicurezza alle applicazioni, dalle applicazioni agli indicatori di business; adottare modelli consumption based con approccio as a service; utilizzare servizi nativi delle piattaforme con un livello di automazione il più possibile elevato in chiave di autonomous network”
Il 5G Lab Accenture di Roma
A Roma Accenture ha creato un 5G Lab focalizzato su tutta l’evoluzione dell’infrastruttura. “Le reti moderne attualmente recepiscono i principali paradigmi della network transformation: la virtualizzazione, la disaggregazione dei servizi di rete, il software defined applicato a quasi tutti i domini delle reti – Wan, Lan, data center- automazione e programmabilità della rete”, ha sottolineato Marrone. “Questi paradigmi stanno introducendo un livello di complessità tale da creare un ruolo speciale per la system integration perché le reti nascondono fortissima multivenditorialità, logica sempre più multistack guidata dal software e richiedono un ruolo particolare del testing di interoperabilità”. La sfida del system integrator è dunque quella di dominare questa complessità “e Accenture crede molto nel ruolo di asset”. Il 5G Lab di Roma rappresenta proprio un asset per affrontare la sfida, “un luogo dove i nostri ingegneri eseguono tutte le fasi del ciclo di ingegneria, dall’ideazione del servizio di rete al testing fino alla monetizzazione attraverso casi d’uso tangibili. In questo laboratorio la logica è quella di sviluppare quotidianamente soluzioni preingegnerizzandole con i partner di riferimento, creando prodotti pronti all’utilizzo che dalla prospettiva cliente si traducono in un’accelerazione del time to market e nell’adozione di servizi moderni”. I due elementi fondamentali sono cloud box, soluzioni che nascono per ospitare servizi di rete ed edge box on top alle reti diventano facilmente eseguibili attraverso applicazioni all’edge che rilevano i principali fenomeni in corso, dalla GenAI al machine learning alla realtà aumentata applicabili in molti verticali. “Il laboratorio – aggiunge Marrone – è un vero e proprio punto di incontro fra operatori e entreprise in logica lab as a service per sviluppare proof of concept o prototipi che possano facilmente scalare con una logica verso la produzione”.
Aeroporti di Roma e la sfida delle infrastrutture critiche
“Le reti di Tlc sono asset strategici per tutte le industry ma in particolare per l’aviazione e per gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino gestiti da Aeroporti di Roma. Per noi la sfida quotidiana è far funzionare l’aeroporto e tutti i processi che sono ormai esclusivamente digitali”, ha sottolineato Valerio Foti, Head of ICT Networks, Infrastructures and Operations Aeroporti di Roma.
Una sfida che può essere vinta solo se sono previsti continui investimenti e innovazioni. “Le nostre reti sono reti campus complesse, e nel corso degli anni al menu si sono aggiunte tantissime componenti, dalla cybersecurity al cloud fino all’edge computing. Le sfide sono di carattere strategico perché l’aeroporto di Fiumicino in particolare è inserito nel perimetro di sicurezza cibernetica. Bisogna innovare e trasformare le reti e il costo non è quasi noi per noi alla base delle decisioni, quel che traina sono gli obiettivi in termini di prestazioni perché la rete deve avere il massimo grado di affidabilità. Inoltre, non ci limitiamo a progettare e disegnare la miglior rete possibile ma teniamo conto degli indicatori di business. Quindi non solo tematiche tecnologiche ma anche di natura business-oriented”.
Numerose le sfide presenti e future: “La prima – ha raccontato Foti – è quella sulla parte di procurement dei componenti tecnologici tenendo conto degli impatti dei conflitti mondiali, poi l’integrazione delle reti, non si progetta più a silos con l’avvento del cloud e dell’edge e di altri driver legati all’intelligenza artificiale. In Aeroporti di Roma fra l’altro abbiamo aperto presidi al di fuori dell’aeroporto, ad esempio alla stazione Termini con il progetto Airport in the city che ha comportato l’integrazione delle procedure di check in. E Poi nell’ambito della joint venture Urban-V Con Volocopter per i taxi droni, anche questo crea nuove sfide tecnologiche. Poi c’è il tema delle competenze: servono skill sempre pi specialistiche dal punto di vista delle reti e delle componenti di business awareness”.
La roadmap data driven di Iveco
“Uno stabilimento moderno in Europa se si ferma costa 25mila euro a minuto. E questo è un dato che fa comprendere l’importanza dell’affidabilità di una rete”, ha evidenziato Paolo Foglio, Manufacturing Systems Integration Manager Iveco. Iveco Group che realizza veicola commerciali, commercializza motori e lavora sulla mobilità a tutto campo incluse le energie alterative e l’elettrico, ha da tempo messo a punto una propria visione e roadmap digitale e tecnologica. “Incrementeremo l’automazione per migliorare le linee di manufacturing in chiave data driven e di digital governance. Ci appoggiamo a 3 tecnologie fondamentali: blockchain, cyberphysical e 5G. Le esigenze di dati sia in produzione sia in consumo sulle linee sono destinate ad aumentare vertiginosamente quindi il binomio 5G-6G e intelligenza artificiale rappresenta il futuro. La nostra sfida parte dallo stabilimento di Valladolid e già nel 2025 inizieremo la scalabilità”, ha annunciato Foglio.
Riguardo alla sfide future Machine learning, AI, 5G e 6G saranno elementi disruptive “ma quel che conta è trasferire informazioni in contesti eterogenei in chiave di ecosistema e platform thinking – ha puntualizzato Foglio . La rete è fondamentale per trasportare informazioni e per gestire le nuove sfide e abilitare nuovi scenari. Il 5G è però strategico ma ancora costoso ma nel caso di un greenfield è determinante”.
La strategia work in progress di Pirelli Group
“In Pirelli abbiamo iniziato 7 anni fa un ambizioso programma di digital trasnformation partito con la digitalizzazione di tuti i processi interni”, ha raccontato Giuseppe Fiorentini, Head of Telecommunication Pirelli Group. “Anche l’infrastruttura IT ha avuto un grosso impatto in qualità di digital enabler, quindi abbiamo iniziato un progetto di network transformation passando da un modello network-centrico a quello distribuito con l’utilizzo di una soluzione Sd wan che ci ha consentito di diventare più indipendenti e più veloci nel provisioning ad esempio di più banda e più veloci anche nel deployment di nuovi siti produttive e uffici commerciali perché usiamo tecnologie in logica wireless lan e quindi 5G Fwa”. “In parallelo abbiamo cercato di tenere sotto controllo il tema dell’obsolescenza tecnologica – ha aggiunto Fiorentini- virtualizzando il più possibile gli asset di network security e spostando in cloud le consolle di gestione. Ad oggi vantiamo una rete moderna, intelligenze, flessibile e adattabile alle nuove esigenze mantenendo sempre un alto livello di sicurezza. È un programma work in progress con esigenze sempre nuove”.
Poi c’è la questione delle region: “Come Pirelli siamo presenti anche in aree che non ci permettono di usare soluzioni di nuova generazione, ad esempio Cina e Russia. E purtroppo non esistono provider globali e ciò non facilita l’omogeneità. Fra le sfide immediate abbiamo quella avere una rete full-internet entro il 2026, poi puntiamo a introdurre tecnologie di 5G pubblico e collegamenti Fwa nei nuovi siti. La terza sfida è semplificare la connettività con gli hyperscaler sui vari cloud, vogliamo andare verso una connettività diretta con un unico hyperscaler che poi faccia da hub. Poi puntiamo a un self service provisioning per una sorta di marketplace telco”, ha concluso Fiorentini.