STRATEGIE

La pandemia non ferma Airbnb: quarto trimestre in utile, via all’Ipo

Per i media Usa la quotazione sul Nasdaq è imminente; obiettivo di raccolta 3 miliardi di dollari. La strategia di differenziazione ruota intorno alla community di host e guest. Il Covid19 è il primo fattore di rischio, ma l’azienda punta sull’effetto-rimbalzo

Pubblicato il 17 Nov 2020

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Airbnb, la piattaforma americana degli affitti brevi, ha presentato pubblicamente i documenti per la sua Ipo, con l’obiettivo di  effettuare l’ingresso in Borsa forse anche nella settimana in corso o all’inizio della prossima e raccogliere 3 miliardi di dollari.

Il prospetto depositato al regolatore Sec indica che Airbnb, nonostante i colpi della pandemia di Covid-19, è riuscita nel quarto trimestre a realizzare un utile netto di 219 milioni di dollari su ricavi totali di 1,34 miliardi. Il fatturato è in flessione di quasi il 19% rispetto a un anno prima (1,65 miliardi), ma il dato sull’utile è visto con ottimismo dagli investitori. La società californiana ha registrato quasi sempre trimestri in perdita; gli unici trimestri profittevoli sono stati il secondo e il terzo del 2018 e il terzo del 2019.

Le azioni di Airbnb saranno scambiate sul Nasdaq con il simbolo “ABNB”.  Sono previste tre classi di azioni. Alla Classe A corrisponderà un voto per azione, mentre i detentori di titoli di Classe B, che includono i fondatori e i primi investitori, otterranno 20 voti per share. Le azioni di Class H non hanno diritto di voto e sono destinate principalmente agli host di lunga data, pari a un fondo di circa 9,2 milioni di azioni. Ancora non è stato comunicato il prezzo con cui saranno proposte le azioni sul mercato.

Airbnb punta sulla community guest-host

Nel prospetto per il regolatore di Borsa l’azienda ha sottolineato che il suo obiettivo è costruire una community tra host e guest, posizionando tale community come fattore di differenziazione rispetto ai concorrenti (quali Booking, Expedia, Tripadvisor, Google e alcune grandi catene di hotel).

I nostri ospiti non sono transazioni, sono membri attivi della nostra community a cui contribuiscono da protagonisti”, ha scritto Airbnb nei documenti per la Sec. “Una volta che diventano parte di Airbnb, i guest partecipano in prima persona alla community, tornano regolarmente sulla nostra piattaforma per nuove prenotazioni e consigliano Airbnb ad altri utenti che a loro volta entrano nella community. Questa domanda incoraggia l’ingresso di nuovi host, e ciò a sua volta attrae nuovi ospiti. È un circolo virtuoso, i guest attraggono gli host, gli host attraggono i guest”.

Nel 2019, la società ha riportato una perdita netta di 674 milioni di dollari e ricavi di 4,81 miliardi. Finora nel 2020 la perdita ammonta a quasi 697 milioni e i ricavi sono pari a 2,52 miliardi di dollari. La flessione nei risultati risente dell’impatto del coronavirus, che ha pesantemente colpito l’industria dei viaggi e dell’ospitalità.

Il primo fattore di rischio indicato da Airbnb nei documenti per la Sec è infatti la pandemia di Covid-19 che, insieme alle “azioni per mitigarne” l’impatto, ha influito in modo negativo e continuerà a influire “materialmente e negativamente sul nostro business, sul risultato delle operazioni e sulle condizioni finanziarie”, afferma l’azienda.

L’effetto “rimbalzo” che fa sperare Airbnb

Airbnb ha annunciato a fine agosto di aver presentato in via confidenziale i documenti di registrazione per l’offerta pubblica iniziale al regolatore di Borsa americano Sec. La piattaforma degli affitti brevi è stata valutata 18 miliardi di dollari dopo l’ultimo “finanziamento di emergenza” di aprile, cui hanno partecipato i fondi Silver Lake e Sixth Street Partners, che ha immesso nelle casse della società in affanno ben 2 miliardi di dollari. Il debito di 2 miliardi con gli investitori – e le avverse condizioni di mercato create dall’emergenza Covid – hanno spinto Airbnb a una drastico sforbiciata sui costi. L’azienda ha licenziato quasi 1.900 dipendenti, ovvero circa il 25% della forza lavoro, e tagliato la spesa in marketing.

La valutazione attuale di Airbnb è quasi la metà di quella raggiunta nel 2017, ma il 2020 è stato un anno col segno più per le Ipo negli Stati Uniti e la società degli affitti brevi spera di capitalizzare il trend positivo: secondo i media Usa l’Ipo potrebbe portare la valutazione dell’azienda a 30 miliardi di dollari. Le analisi indipendenti si fermano invece a circa 21 miliardi.

Il dato positivo per Airbnb è l’effetto “rimbalzo” che è riuscita a generare dall’emergenza sanitaria, grazie alla corsa verso le zone rurali dei residenti delle città che avevano la possibilità di allontanarsi dai centri urbani dove il coronavirus si è diffuso più velocemente e capillarmente. Airbnb ha dichiarato a luglio che i clienti avevano prenotato più di un milione di notti in un solo giorno per la prima volta dal 3 marzo, anche perché i viaggiatori statunitensi hanno preferito quest’estate le case vacanze locali, non potendo recarsi all’estero o spendere in hotel di lusso.

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