LAVORO

La produttività individuale non dipende dall’ufficio ma dal device

Dallo smart working alla Unified Communication & Collaboration sono tante le tecnologie coinvolte in una nuova evoluzione del lavoro. Mobile printing, e-payment e firma grafometrica solo per citarne alcune, insieme a un digital signage di ultima generazione che diventa un touch point a supporto della qualità della relazione e del business

Pubblicato il 25 Mag 2016

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Si chiama smart working perché è un modo più intelligente di lavorare e di gestire la produttività individuale. L’evoluzione tecnologica e la convergenza digitale, infatti, hanno cambiato e stanno cambiando il nostro modo di vivere, rendendo sempre più sfumati i confini tra la sfera lavorativa e la sfera privata. La rivoluzione è iniziata dai notebook ma sono stati soprattutto gli smartphone prima e i tablet poi che hanno segnato la svolta, spostando il concetto di lavoro da un luogo e da uno spazio (DOVE) al tempo (QUANDO).

Le conseguenze hanno portato a una nuova cultura aziendale che, trasformando assetti e principi organizzativi, rivede gli spazi, le dimensioni ma, soprattutto, le tecnologie di riferimento.

I vantaggi di utilizzare soluzioni di ultima generazione associate alla Unified Communication & Collaboration, infatti, favoriscono una maturità professionale che vuole passare da un dispositivo all’altro, da una piattaforma all’altra in un’unica soluzione di continuità. Gli utenti sono sempre più multicanali e vogliono soluzioni semplici da usare e sempre più a portata di mano. A fare la differenza una pluralità di nuove soluzioni intelligenti, in cui la componente hardware e la componente software coniugano design e funzionalità per erogare servizi di livello superiore come i pagamenti digitali, la firma grafometrica o il mobile printing.

Lo sa bene Samsung, che ha costruito sullo smart printing una nuova filosofia di lavoro per cui si stampa solo se serve e quando serve, avvicinando comodamente uno smartphone o un tablet alla stampante che, grazie alla tecnologia NFC, riconosce il dispositivo e, in modalità wireless, consente di inoltrare il comando e di produrre documenti cartacei in modalità on demand.

Se l’ufficio diventa phygital

Lo smart working, infatti, richiede piattaforme per lo scambio e la condivisione di testi, immagini, filmati, progetti e documenti favorite da un’integrazione sempre più spinta tra sistemi operativi e dispositivi. Ma non solo: poter firmare un documento digitale usando semplicemente un tablet e un pennino è una forma di smart working che prende il meglio della dematerializzazione e dell’integrazione operativa di ultima generazione. Smart working, infatti, non è solo risolvere un meeting di lavoro in videoconferenza o poter connettersi ai sistemi aziendali in modalità Wi-Fi in sicurezza e in qualsiasi momento.

A fare la differenza infatti troviamo le evolute modalità di protezione dei dati e dei dispositivi, come le soluzioni di gestione, partizione e di crittografia che potenziano la sicurezza dei dispositivi e delle applicazioni in mobilità.

Samsung, ad esempio, ha messo a punto KNOX, una piattaforma che offre una robusta protezione multilivello integrata sui dispositivi mobili Samsung, che parte dall’hardware fino ad arrivare al livello applicativo. Con Samsung KNOX le aziende possono quindi gestire e controllare in totale sicurezza i dati sensibili sui dispositivi mobili, nonché sfruttare soluzioni di personalizzazione avanzate per abilitare scenari di utilizzo specifici.

È così che lo smart working viene supportato e garantito, grazie ad una ampia gamma di soluzioni studiate per proteggere le risorse aziendali e al contempo agevolare la produttività individuale anche in situazioni di mobilità.

L’ufficio, dunque, diventa un ecosistema fisico e digitale (phygital). Chi si occupa di governance deve studiare soluzioni e servizi atti a favorire il capitale creativo, la capacità di comunicare tra le persone (dipendenti, collaboratori, partner, clienti, consumatori, cittadini) e la produttività, individuale e collettiva.

Lavorare più smart

È importantissimo stabilire un legame sociale tra i diversi attori dell’inarrestabile processo tecnologico che investe persone e cose, progettando nuove tipologie di spazi di lavoro e in grado di stimolare i nuovi modi di vivere lavorando.

Secondo l’Osservatorio Smart Working della School of Management Politecnico di Milano, oggi lo smart working coinvolge solo il 5% dei dipendenti, con una netta prevalenza degli uomini (72%) sulle donne (28%). I vantaggi per le aziende sono comunque notevoli e il trend di crescita è esponenziale. Valutando i dati aggregati sul ricorso al lavoro agile, oggi l’Italia è 25esima sui 27 Paesi dell’Unione Europea, ma (secondo le stime dello stesso Osservatorio), basterebbe guadagnare solo qualche posto in classifica per far crescere del 5,5% la produttività di ogni dipendente, con un risparmio di 37 miliardi di euro per le imprese, migliorando al contempo la qualità della vita dei lavoratori e riducendo i costi fissi. Senza contare i benefici in termini ambientali: 1,5 miliardi di tonnellate di anidride carbonica in meno ogni anno grazie ai minori spostamenti casa-lavoro.

I numeri dello smart working

Gli analisti del Politecnico sottolineano con le loro ricerche che chi lavora con orari flessibili e non è sempre presente all’interno dell’azienda, è mediamente più produttivo – anche del 35-40% – rispetto ai dipendenti che sono sempre in ufficio. Inoltre, si assenta circa il 63% in meno dei dipendenti.

Alla luce di questa nuova disponibilità, la conformazione dell’ufficio deve tener conto di orari più flessibili che considerino normalità anche il fuori orario, alla luce di una globalizzazione che fa relazionare le persone e il business con fusi orari legati ai mercati esteri. Il tutto, con un’attenzione particolare alla scelta dei dispositivi a supporto della produttività individuale che essendo sempre a portata di mano, devono strizzare l’occhio al look garantendo la massima flessibilità in termini di durata, efficienza ed ergonomia.

I provider devono potenziare la loro soglia di ascolto e farsi portatori delle nuove domande che vengono dagli utenti e dalle aziende, diversificando la loro offerta in un’ottica di massima convergenza e integrazione. Questo perché lo smart working sta rivelandosi per quello che è: un tassello di quel percorso legato alle smart city e a una Internet of Things che migliora i servizi attraverso una nuova intelligenza di sistema, innescata da un mondo sensorizzato e da dispositivi capaci di agevolare la relazione con le cose, oltre che tra le persone. Con una marcia in più: una pluralità di display, incastonati in qualsiasi tipo di oggetto, che diventano i touch point di un nuovo modo di comunicare e di accedere alle informazioni. Non a caso Samsung sta diversificando la sua offerta, focalizzandosi su nuovi concept decisamente innovativi a supporto della produttività individuale: monitor curvi, superfici capacitive integrate in totem, tavoli e vetrine interattive, arricchendo puntualmente la gamma degli smartphone e dei tablet, in modo da diversificare risposte puntuali per ogni tipo di esigenza.

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