Nel 2015 la raccolta pubblicitaria sul web varrà un quarto del mercato complessivo del settore in Italia, e varrà 2,1 miliardi di euro, coprendo il 26,5% del totale degli investimenti. L’incremento rispetto al 2014 sarà alla fine dell’anno di 1,7 punti percentuali, e rappresenterà uno dei fattori di traino che porteranno il mercato a chiudere con un +1,5% (7,9 miliardi rispetto ai 7,8 dello scorso anno) con il web che registrerà da solo una crescita dell’8,4%. A fare la previsione è Nielsen sulla base degli ultimi dati della survey annuale condotta su un campione rappresentativo del mercato italiano della pubblicità di circa 800 aziende investitrici.
“Oltre i 2/3 dell’investimento nel digital – si legge in una nota dell’azienda – si dividono tra i segmenti display, principalmente i banner, e search, cioè le parole chiave sponsorizzate sui motori di ricerca: entrambi questi web channel registrano una quota in leggera diminuzione nel 2015 rispetto allo scorso anno, in favore del video e del social advertising che, secondo le stime di Nielsen, arriveranno a coprire rispettivamente il 17% e 11% di quota sul totale degli investimenti online. La quota del canale directory (micro inserzioni in categorie web tematiche) scenderà al 7% dopo un 2014 in cui si attestava al 9%. A livello di crescita del valore dell’investimento per il 2015, video e social registrano incrementi a due cifre, rispettivamente del +16% e +46%. Più contenuti il display, +2%, e il search, +7%. In calo le directories: -8% nel 2015”.
Relativamente ai macro settori, spiega Nielsen, le aziende del settore Persona investono il 39% del proprio budget sul mezzo internet. Ampi margini di crescita per il Largo Consumo, che ancora si attesta a meno del 10% in termini di quota. Al suo interno, però, si registra una buona performance del video advertising, che raccoglie il 25% degli investimenti totali del macrosettore sul web. Tale quota si differenzia molto tra alto spendenti (oltre i 10 milioni di investimenti all’anno) dove si attesta al 21% e basso spendenti (meno 500.000 € anno) per i quali scende al 15%.
I settori Distribuzione e Automobili sono quelli che destinano al digital advertising le quote più elevate rispetto alla media del mercato, sottolinea la survey, rispettivamente 53% e 41%, seppur con differenze al loro interno in termini di canali web: nel primo caso, il 70% del budget è rivolto a display e directories, per l’Automotive questa stessa porzione di budget è investita in search e video.
“In aggiunta al prevedibile successo dei social – spiega Alberto Dal Sasso, AIS Business Director di Nielsen – dalla survey emerge che una quota di circa ¼ degli investimenti è destinata al mobile: si tratta di un dato interessante se letto in relazione al fatto che circa la metà delle aziende intervistate dichiara di aver sviluppato una app per il proprio business. Senza dimenticare gli ampi margini di crescita dell’innovativo programmatic buying”.