“Europa 2020”. Si chiama così il nuovo piano per la crescita
sostenibile che attende per domani l’ok della Commissione europea
e che mette al centro l’innovazione e la green economy per
rilanciare la competitività della Ue e superare la recessione.
"L'Unione europea sia unione anche di innovazione",
ha ribadito Barroso nel presentare il suo programma.
La nuova agenda andrà a sostituire quella di Lisbona che , come
ribadisce il presidente della Commissione europea, Manuel Barroso
“ha permesso una conoscenza più dinamica del mondo e posto le
basi per un’economia europea solida”.
Europa 2020 pone l’accento su tematiche “critiche” come la
Ricerca e Sviluppo, che dovrà essere il “faro” delle le
prossime azioni della Commissione: in questo senso va letto
l’impegno di Bruxelles per il completamento dello Spazio europeo
della ricerca (Ser), un “ambiente” sovranazionale dove far
convogliare gli investimenti per l’innovazione.
In questa prospettiva diventa dirimente il ruolo dei governi
nazionali che “si devono impegnare a promuovere la cooperazione
tra industria e università e assicurare un approvvigionamento
sufficiente di laureati in discipline scientifiche", precisa
Bruxelles, che auspica anche un adeguamento delle misure di
finanziamento alla Ricerca per rafforzare la cooperazione
transfrontaliera e ad abbracciare una programmazione congiunta.
Il programma prevede inoltre l’utilizzo di incentivi fiscali per
promuovere gli investimenti in R&S investimenti.
Gli “esperti” dell’innovazione hanno accolto con favore la
nuova agenda Ue, seppure con qualche riserva. Ann Mattler del
Lisbon Council dichiara che “Europa 2020 è un grande passo
avanti rispetto all’agenda di Lisbona”. Tuttavia qualche
obiettivo è ancora troppo poco ambizioso. “Puntare a raggiungere
il 3% di spesa in R&S è un po’ deludente – precisa Mattler -.
Bisogna puntare più in altro per tornare ad essere competitivi.