La sirena del Web 2.0 “canta” anche per le aziende italiane

Uno studio di Adobe rileva una crescita della consapevolezza delle opportunità offerte al business dalle procedure digitali. E le imprese sono pronte ad investire, nonostante la crisi

Pubblicato il 06 Ott 2009

Le aziende italiane sono sempre più digitali e Web 2.0 oriented. A
rilevarlo l’ultima ricerca di Adobe secondo cui cresce la
consapevolezza sulle opportunità offerte dal Web 2.0 per il
business, che – unita alla riduzione dei costi, all’efficienza
dei processi e all’adeguamento normativo – si conferma leva
strategica che traina l’innovazione delle imprese italiane
“L’automazione dei processi documentali-Percezione e
orientamenti delle aziende italiane” – questo il titolo dello
studio – ha coinvolto un campione di 50 aziende italiane e ha
rivelato, nello specifico, che il 21% delle imprese ha già portato
a termine investimenti nell’automazione dei processi documentali,
il 15,6% ha pianificato progetti tecnologici in quest’area nei
prossimi 12-18 mesi e una quota maggioritaria del campione (23%) è
intenzionato a investire entro un anno e mezzo.

La propensione a innovare è legata ad alcuni fattori comuni quali
l’attenzione ai costi per rendere meno dispendiose alcune
attività, la revisione virtuosa dei processi per accrescere
l’efficienza dell’intero workflow e la necessità di adeguarsi
ai cambiamenti normativi. A questi va aggiunto un elemento chiave,
ovvero il valore che i processi documentali potrebbero assumere se
integrati con un’ottica 2.0. “La diffusione del Web anche nel
mondo enterprise sta evidentemente accelerando la cultura del
document sharing come strumento di lavoro quotidiano, con un
conseguente aumento dell’attenzione verso soluzioni tecnologiche
avanzate di gestione documentale”, si legge nell’indagine.

Ma non si innoverebbe senza aver chiarito lo scopo che l’impresa
intende raggiungere. L’importanza assegnata all’investimento
“innovativo” infatti è fortemente condizionata
dall’obiettivo atteso da un progetto di automazione dei processi
documentali: in una classifica stilata da 1 (massima priorità) a 7
(minima priorità), le aziende attribuiscono il massimo valore
all’efficienza, la semplicità e l’efficacia delle procedure
(3,30), alla conformità normativa (3,60) e alla riduzione dei
costi e la protezione dei documenti (4,20).
“La necessità di aumentare l’efficienza, migliorare la
produttività e favorire le relazioni interne ed esterne spinge le
imprese italiane a ottimizzare i processi di business, evolvendo
verso workflow completamente digitali – puntualizza Giuseppe
Verrini, Ad di Adobe Systems Italia – Le aziende sono sempre più
attente alle tecnologie in grado di accelerare il raggiungimento
dei propri obiettivi di business, soprattutto se utilizzate in modo
integrato e in una logica 2.0. L’automazione dei processi
documentali può contribuire infatti in misura significativa al
raggiungimento dei livelli di sicurezza e di servizio adeguati, dei
requisiti di compliance e di efficienza operativa, aspetti oggi
assolutamente stringenti per le aziende italiane per il successo
del proprio business”.

Una parte importante della ricerca fa il punto sui settori
merceologici più sensibili all’implementazione di progetti di
automazione del workflow aziendale: la Pubblica amministrazione e
l’industria sono spinte a credere nell’automazione di processo
dalla necessità di un’automazione di base; il comparto Finance e
hi-tech da un obiettivo di R&D e il settore Retail da un’esigenza
di gestione della supply chain.
All’interno della stessa organizzazione ci sono poi alcuni uffici
o dipartimenti si rivelano più attenti all’automazione
documentale sui cui si concentrano prioritariamente gli
investimenti. In cima alla graduatoria si colloca l’area
amministrativa, seguita da quella degli acquisiti e delle
vendite/marketing, mentre HR, area legale e R&D sono quelle a più
basso potenziale di crescita.
“Tuttavia, nonostante i numerosi influenzatori e soggetti
direttamente coinvolti – puntualizza la ricerca – il ruolo chiave
nelle decisioni di investimento è giocato dal top management che,
nella persone dell’Ad (33%), del Cio (24%) e del direttore
finanziario (17%), detiene il potere di confermare o bloccare
l’acquisto di questo tipo di soluzioni”.

Il quadro delineato nel corso dell’indagine è dunque quello di
uno scenario in crescita e con prospettive di sviluppo nel medio
termine, caratterizzato da importanti segni di dinamismo e fiducia
nonostante la prudenza determinata dalla congiuntura economica.
“Nei prossimi anni l’andamento nel campo dell’automazione del
workflow sarà positivo – prevede Adobe -. Gli elementi che
faranno da traino per una maggiore automazione dei processi
documentali saranno la volontà di avviare iniziative specifiche –
in particolare correlate a progetti di fatturazione elettronica,
gestione digitale della contrattualistica e del cedolino
elettronico – la crescita del web come infrastruttura tecnologica e
soluzioni verticalizzate per settori merceologici”.

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