DALLO SPAZIO

La Soyuz sbarca sulla Terra, Samantha Cristoforetti torna a casa

L’atterraggio è avvenuto alle 15,43, ora italiana, nella steppa del Kazakistan nei pressi della città di Dzhezkazgan

Pubblicato il 11 Giu 2015

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E’ terminato il viaggio di rientro di Samantha Cristoforetti verso la terra. La capsula Soyuz TMA-15M, che sè è staccata in mattinata dalla Stazione Spaziale Internazionale, è atterrata – come previsto – alle ore 15,43 nella steppa del Kazakistan nei pressi della città di Dzhezkazgan.

Dopo i saluti di rito iniziati questa mattina alle 8.55 (ore italiane) e l’abbraccio ai compagni che restano a bordo dell’Iss, il segnale inequivocabile della partenza imminente è arrivato alle 10.45: il portellone della capsula si è chiuso e la navicella si è sganciata alle 12.21. Ora sta fluttuando nello spazio nel primo giro di orbita.

La navicella si è allontananata lentamente dalla Stazione con un sistema di molle, restando nella stessa orbita. Dopo averne percorsa una e mezza, è avvenuto il “deorbit burn”, che si traduce con “accensione di rientro o retro-accensione”, alle 14.51: è un’operazione che permette alla Soyuz nei successivi minuti di scendere e rallentare fino a intercettare l’atmosfera terrestre. È una delle fasi più delicate e pericolose del volo di ritorno, viste le temperature elevatissime che raggiunge la superficie esterna della capsula.

Intorno ai 140 chilometri dalla Terra i tre moduli della navetta si sono staccati e separati tra loro: due si sono dispersi nell’atmosfera, quello su cui viaggia l’equipaggio, il modulo cosiddetto “di discesa” nel quale gli astronauti si sono sistemati, agganciati ai sedili, fin dalle prime operazioni di questa mattina, quando Soyuz era ancora agganciata alla Stazione spaziale.

La navicella prosegue la sua corsa. Quando mancano una decina di chilometri si è aperto il paracadute principale della Soyuz e per potenziare l’effetto di decelerazione e aiutare la frenata della navicella, a pochi minuti dall’atterraggio si sono accesi anche i retrorazzi.

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