Anche l’Ict italiano ha il suo unicorno.
Nel disinteresse di quasi tutti il 2015 ha prodotto una novità di rilievo per il contesto dell’information technology made in Italy: la prima società quotata in borsa che capitalizza più di un miliardo di euro. Un unicorno, appunto, secondo la dizione resa celebre dalla Silicon Valley.
Il traguardo è stato tagliato da Reply, società fondata negli anni novanta da Mario Rizzante, un imprenditore seriale che ha iniziato la sua carriera dal basso come studente lavoratore del gruppo Fiat, che ora in borsa capitalizza più di 1,1 miliardi di euro.
Soprattutto esprime multipli da mercato avanzato della tecnologia: 1,6 volte il fatturato e circa 13 volte l’Ebit. E questa è la principale novità da tenere d’occhio per investitori e professionals del settore, perché l’exploit di Reply segnala ai mercati finanziari un fatto che finora mai era stato registrato nella borsa italiana. Il fatto cioè che, se un’impresa dell’Ict italiana ha un modello di business capace di generare buona cassa, quindi un Ebit a doppia cifra pluriennale, ed è ben internazionalizzata e sa presidiare competitivamente le tematiche più innovative dal lato dell’offerta, come il digital o i big data, allora quell’impresa vale i multipli delle aziende inglesi o tedesche attive nello stesso settore di business.
Per dirla più semplicemente: se in Italia ci sono imprenditori in grado di organizzare e far crescere asset Ict di qualità il mercato è disposto a riconoscere e quindi a pagare per queste imprese gli stessi multipli borsistici dei migliori peers europei o internazionali.
La sfida, dunque, diventa quella di offrire imprese tecnologiche di qualità agli investitori che in una fase di bassi tassi di interesse sono molto disponibili, come dimostra anche la tenuta dei titoli hi-tech nelle fasi ribassiste di borsa, a tenerli in portafoglio.
A breve all’Aim sbarcherà Vetrya, un’impresa italiana con una qualità di offerta comparabile a quella di Reply, che raccoglierà nuovo capitale proprio per finanziare la crescita internazionale. Altri titoli Ict di qualità seguiranno nei prossimi mesi e sbarcheranno in borsa per cogliere il momentum. E’ una buona notizia per l’economia italiana, per l’occupazione di qualità e per il made in Italy dei servizi innovativi.