La trasparenza della PA in Costituzione. Vargiu: “Si farà col digitale”

Approvato ieri in Commissione un emendamento alla riforma costituzionale che cambia l’articolo 97. Open data e open gov si apprestano a diventare principi costituzionali

Pubblicato il 09 Gen 2015

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La legge di riforma costituzionale (adesso in itinere) ha adottato la trasparenza della pubblica amministrazione, ossia l’open data e l’open gov. E’ il frutto di un emendamento approvato ieri in Commissione.

Ecco il nuovo articolo 97, con l’aggiunta della parola “trasparenza”:

“I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento, l’imparzialità e la trasparenza dell’amministrazione.

Nell’ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari.

Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”.

“Il digitale è ad oggi la strada più importante per assicurare questo principio di trasparenza, ossia la libera ciroclazione delle informazioni, per un accesso diretto ai dati dela Pa”, spiega al nostro sito Pierpaolo Vargiu (Scpl), primo firmatario dell’emendamento e presidente della Commissione Affari Sociali. L’emendamento nasce dalla discussione in seno all’intergruppo parlamentare che si occupa di innovazione.

“L’adozione degli open data è una conseguenza logica di quanto abbiamo scritto per la riforma della costituzione”, aggiunge.

“La libera circolazione delle informazioni e la facile reperebilità degli atti della Pa è un meccanismo di controllo utile a una buona amministrazione. Merita di essere considerato come valore fondante di qualsiasi attività dell’amministrazione pubblica”.

“Nella non trasparenza è più facile che alligni l’illegalità”, spiega Vargiu. “Sono questi i motivi che ci hanno convinto a inserire questa modifica nella costituzionale”.

“Adesso abbiamo un principio di riferimento che entrato nella costituzione diventa una guida di tutti gli atti normativi che dalla carta costituzionale sono ispirati”, spiega. “Oggi pensiamo al web come strumento per esercitare questo principio. Ma la costituzione non si limita all’oggi: è destinata a durare decenni. Tra 20 anni potrebbero nascere nuovi modi per sostenere la trasparenza della Pa”.

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