La Commissione Ue è pronta ad aprire entro fine mese un nuovo caso contro Google, perché favorirebbe nei risultati delle ricerche sullo shopping online il suo servizio Alphabet. E’ quanto rivela il Wall Street Journal citando fonti vicine al dossier, mentre sia l’esecutivo Ue che il gigante di Mountain View hanno rifiutato di commentare l’informazione. L’invio di uno “statement of objections” supplementare da parte di Bruxelles, affermano le fonti, non farà altro che aggravare le precedenti accuse di abuso di posizione dominante negli altri servizi legati alle ricerche online per cui sono già stati aperti i casi nel 2015, in quanto obbligherà Google a approfondire le risposte precedentemente date all’Antitrust Ue. Le nuove accuse riguarderanno anche i servizi di pubblicità di Google, aumentando la pressione sulla società tech dopo quelle già mosse per Android, su cui dovrà rispondere già nei prossimi mesi.
Lo scorso 20 aprile la Commissione europea ha accusato formalmente Google di abuso di posizione dominante in merito all’uso del sistema operativo Android. Ed è lunga la lista di contestazioni che la Commissione europea ha inviato all’azienda, nonché alla capogruppo Alphabet. Un anno dopo l’apertura del “fascicolo” – era aprile 2015 quando l’Europa dava il via all’indagine sul sistema operativo Android e a catena sull’ecosistema collegato – l’Europa è giunta alle seguenti conclusioni: Google detiene e abusa di posizione dominante nell’Internet search, nei sistemi operativi mobili e app store per il sistema operativo Android. E stando alle rilevazioni dell’Europa Google detiene oltre il 90% di marketshare in tutte e tre le aree di azione.
“Secondo le considerazioni preliminari della Commissione Google ha implementato una strategia sui dispositivi mobili per preservare e rafforzare il suo dominio nell’Internet search”, si leggeva nella nota della Commissione Ue. L’Antitrust ha contestato in primis la pre-installazione di Google Search come “motore” di default sui device Android. Secondo, le misure messe in atto non consentirebbero ai competitor di accedere al mercato dell’Internet search. E last but not least l’Antitrust contesta un modus operandi volto a restringere l’innovazione nel mondo mobile.
E ora una nuova tegola rischia di cadere su Mountain View.