La Commissione europea ha ufficialmente lanciato oggi la prima Rete
online contro la l'estremismo violento (Radicalisation
Awareness Network) individuandone i focolai di sviluppo e
prevenendo il reclutamento di potenziali terroristi. Bruxelles ha
deciso di accelerare i lavori dopo gli attentati compiuti in
Norvegia dal fanatico estremista Anders Breivik.
“L'Ue ha bisogno di fare di più per combattere la minaccia
di un estremismo violento crescente – spiega la commissaria Ue
agli affari interni Cecilia Malmstroem – Ed è per questo che oggi
lanciamo il Network contro la radicalizzazione con cui sosterremo
gli stati membri nei loro sforzi per lottare contro i radicalismi e
la propaganda di ideologie estremiste”.
Del network faranno parte gli attori chiave di tutti i paesi Ue
più la Norvegia, quindi non solo esperti, polizia e ricercatori ma
anche i rappresentanti delle comunità religiose, dei movimenti
giovanili, delle associazioni e organizzazioni attive nel sociale
sul territorio, in particolare coloro che operano negli ambienti a
rischio. Perché, ha sottolineato la Malmstroem, “il terrorismo
non può essere legato a una fede o una convinzione politica né a
nessuna area geografica, ma occorre invece prendere in
considerazione diversi modelli di radicalizzazione, riconoscendo
però che un punto di riferimento può venire anche dalle idee
politiche dei movimenti populisti presenti nell'Ue”.
Lo scopo della nuova rete Ue, per cui Bruxelles ha stanziato 20
milioni di euro, è individuare le buone pratiche e promuovere lo
scambio di informazioni ed esperienze sui diversi aspetti della
radicalizzazione violenta, lavorando per gruppi tematici. In
particolare, è stato costituito un gruppo di lavoro esclusivamente
dedicato all'uso di internet e dei social network nella
trasmissione della propaganda estremista e del proselitismo, ma
anche all'uso delle tecnologie dell'informazione e delle
comunicazioni da parte dei terroristi.
In concreto, il network europeo contro la radicalizzazione sarà
organizzato attorno a un forum online e a una serie di conferenze
regolari tenute in tutta l'Ue per raccogliere le diverse
esperienze e conoscenze sul tema. L'obiettivo è infatti quello
di aumentare la sensibilizzazione al problema e consolidare le
tecniche di comunicazione, ma anche incoraggiare figure modello e
opinion leader credibili a trasmettere messaggi positivi
alternativi alla propaganda violenta ed estremista. Il contributo
dei lavori di questo network dovrà essere tenuto in considerazione
nei processi politici a livello nazionale e Ue, fornendo appoggio
alla Commissione Ue e ai 27 con strumenti adeguati per la
prevenzione del terrorismo.
Il ruolo di Bruxelles sarà quindi "non quello di creare un
sistema di allerta rapida sugli individui", ha precisato la
Malmstroem, ma piuttosto quello di "coordinare e agevolare il
lavoro di tutti gli interlocutori della rete e mettere a
disposizione i mezzi necessari". Al progetto saranno destinati
infatti più di 20 milioni di euro di finanziamenti Ue in quattro
anni, sotto forma di sostegno diretto agli Stati membri e di
finanziamento di vari progetti. Sarà inoltre organizzata anche una
conferenza ministeriale nel 2012 sulla prevenzione della
radicalizzazione e del reclutamento verso il terrorismo.