Passare a una logica strutturate di utilizzo dei servizi sanitari attraverso la telemedicina, superando la fase sperimentale. E’ l’obiettivo delle linee operative per lo sviluppo dei servizi di telemedicina approvata dalla Giunta regionale dell’Abruzzo su proposta dell’assessore alla Salute.
“Nei mesi scorsi, nella fase acuta dell’emergenza Covid – si legge in una nota dell’amministrazione – erano state già introdotte modalità di ricorso alla telemedicina in materia di autismo, diabete e malattie rare, così da garantire la continuità assistenziale per i pazienti. Pur con tutti i limiti di un sistema attivato in una situazione di emergenza, l’esperienza ha registrato riscontri positivi, accelerando così il processo di implementazione del servizio, in considerazione della necessità di sviluppare forme assistenziali alternative per la gestione delle cronicità e, più in generale, delle situazioni cliniche di fragilità”.
Alla stesura del documento appena approvato dalla Regione hanno partecipato con i propri suggerimenti medici, psicologi, rappresentanti delle professioni sanitarie, coordinati dall’Agenzia sanitaria regionale e dal Dipartimento regionale Sanità, per dare vita a indicazioni omogenee per tutte le Asl abruzzesi sui processi organizzativi e attuativi della telemedicina, uniformando modalità di prescrizione, accesso, erogazione e registrazione.
Le aziende sanitarie, spiega ancora l’amministrazione, potranno così predisporre modalità di intervento alternative o integrative a quelle ordinariamente strutturate, anche utilizzando interventi di televisita, teleriabilitazione e attività compensative concordate, con particolare attenzione ai pazienti con disabilità e cronicità, e ai loro caregiver.
Il servizio sarà rivolto in prima battuta a pazienti con patologie croniche, come il diabete, pazienti con malattie rare, pazienti con disturbi dello spettro autistico, pazienti afferenti all’area della salute mentale, con specifica attenzione all’infanzia e all’adolescenza, e pazienti che necessitano di riabilitazione.
“La scelta di utilizzare la televisita in alternativa alla visita tradizionale è effettuata dallo specialista – conclude il comunicato della Regione Abruzzo – che dovrà anche valutare la disponibilità della necessaria tecnologia al domicilio del paziente. L’attività da remoto – conclude – deve essere sempre proattiva e far percepire ad utenti e famiglie che l’equipe curante è presente come sempre: semplicemente con una diversa modalità”