“Se non ci fosse la fibra ottica nell’arco di due-tre anni le torri non sarebbero più in grado di rispondere alle esigenze dei nostri clienti”. Gianluca Landolina, AD Cellnex Italia, non ha dubbi in merito all’importanza che le infrastrutture ultrabroadband rivestono e rivestiranno ancor di più negli anni a venire. “Parliamoci chiaro. I ponti radio, per quanto si siano evoluti, non potranno mai eguagliare la fibra in termini di performance – sottolinea il manager-. Investire in fibra ottica è dunque indispensabile nonché urgente anche e soprattutto se ci si proietta verso il 5G mobile”. Il legame fra fibra e tecnologie mobili in effetti si fa sempre più stretto e in ottica di “convergenza” si sta orientando anche l’agenda di EY Capri Digital Summit 2017.
Landolina, perché la fibra ottica è importante anche per una tower company?
La fibra serve innanzi tutto agli utilizzatori della fibra, ossia gli utenti finali. Noi non siamo utilizzatori finali ma siamo consapevoli del fatto che per garantire una corretta copertura al Paese bisognerà aggiornare gli apparati che sono localizzati sui tralicci. Già dal 2015, ossia dal debutto di Cellnex in Italia, abbiamo fatto presente la questione e ci siamo messi a disposizione dei nostri clienti, le tre principali telco (Tim, Vodafone e Wind-3 ndr) così come ci metteremo a disposizione anche dei new entrant (è evidente il riferimento a Iliad ndr), per potenziare il backhauling con la fibra ottica.
Tutto questo in vista del 5G?
Non solo. La copertura 4G interessa già percentuali della popolazione importanti, ma per ottenere performance di qualità è necessario che l’apparato Lte dal quale si trasmette il segnale sia coperto in fibra. Con il 5G le problematiche saranno altre e ben più importanti: la latenza non superiore ai 10 millesecondi comporterà da un lato una maggiore capillarità infrastrutturale in termini di antenne e apparati e dall’altro un’infrastrutturazione in fibra adeguata alla nuova capillarità.
È un problema tutto italiano?
L’Italia è più indietro rispetto alla media europea in termini di copertura della banda larga e ultralarga però ha impostato meglio degli altri il percorso di crescita e superamento persino degli obiettivi Ue. La potenza di fuoco che è stata messa giù, coordinata e sincronizzata – e mi riferisco da un lato ai bandi Infratel e dall’altro agli investimenti delle telco – non ha pari in Europa.
Chi se ne gioverà?
In primis il cliente finale e poi anche il mercato: i fornitori di cablaggio saranno talmente sommersi di richieste, di qui a due-tre anni, che faranno fatica a soddisfarle tutte.
Cosa può fare un’azienda come Cellnex per contribuire al roll out?
Noi abbiamo un rapporto privilegiato con soggetti terzi proprietari dei suoli su cui sorgono le nostre antenne, quali condomini, aziende, privati, aggregazioni di privati. Trattare con questi soggetti è tutt’altro che banale soprattutto nel caso dei condomini. Il nostro ruolo di intermediazione può dunque diventare fondamentale soprattutto quando bisogna fare i conti con il tempo e serve evitare le lungaggini burocratiche.
Le vostre torri sono localizzate anche in aree molto remote. Anche lì bisognerà portare la fibra?
Se pensiamo alle cosiddette “case sparse” è evidente che i collegamenti sono anti-economici anche per chi si aggiudica i bandi di gara pubblici. La cosa più plausibile è che si arrivi a queste strutture attraverso tecnologie alternative come ad esempio il FWA (Fixed Wireless Access), in grado di garantire collegamenti anche di oltre 30Mbps. Non siamo ai livelli della fibra ma almeno si evita un altro gap.
Quante antenne avete in Italia?
Abbiamo circa 8000 antenne sul territorio italiano.
E qual è il “raggio di azione” di ogni antenna?
In ambito rurale da 10-15 km, in ambito urbano si riduce anche a 200 metri a causa dei numerosi “ostacoli” che il segnale incontra lungo il percorso.
Avete intenzione di ampliare il “parco”?
Cellnex è un’azienda che continua ad investire. Il mese scorso c’è stato il debutto in Svizzera, quattro mesi fa in Francia. Continuiamo e continueremo a guardarci intorno. E vale anche per l’Italia. Il 5G pretenderà capillarità. Quindi chi vuole esserci e vuole giocare un ruolo da protagonista deve essere capillare. Tenga conto poi che Cellnex non fa rima solo con Tlc. Ci occupiamo anche di coperture “particolari”, come quelle degli stadi – abbiamo in portfolio il San Siro e il Forum Assago per fare qualche none – e poi anche delle reti metropolitane, ad oggi quelle di Milano, Genova e Brescia, per un totale di 120 km di tunnel metropolitani e 150 km fra gallerie stradali e autostradali. Riusciamo a gestire flussi di dati importanti – si pensi a quelli che transitano in occasione delle partite di calcio e persino in singoli momenti come quelli dei gol – dunque siamo pronti ad affrontare qualsiasi sfida.
La squadra di Cellnex Italia crescerà ancora?
Ad oggi contiamo 120 dipendenti in Italia, eravamo 10 nel 2014. Posso anticiparle che cresceremo sulla base dei nuovi progetti e che quindi le risorse saranno in linea con le necessità dei progetti che porteremo avanti. Ci tengo inoltre a sottolineare che Cellnex sta facendo un importante percorso in chiave green per contribuire al rispetto dell’ambiente: puntiamo molto sull’abbattimento dei consumi energetici facendo leva sulle rinnovabili e su tecnologie quali il free cooling, per fare qualche esempio. Quando si pensa ai tralicci la questione dell’impatto visivo è un tema che viene spesso fuori, ma prestiamo grandissima attenzione all’impatto ambientale ed è una delle nostre priorità.