Semaforo verde alla fusione AT&T-Time Warner. Un “via libera” che avrà un doppio impatto: rappresenta un knockout al Governo Trump che aveva boicottato il merger da 85 miliardi di dollari, ma anche una spinta alla riconfigurazione dell’industria dei media. Una Corte d’appello – la United States Court of Appeals del District of Columbia – ha infatti rigettato il ricorso del Dipartimento di Giustizia del governo Usa secondo cui il merger avrebbe ridotto competitività e aumentato i prezzi per l’utente finale.
“Le obiezioni del governo secondo cui la Corte distrettuale aveva frainteso e applicato erroneamente i principi economici non sono convincenti”, si legge nelle note dei giudici antitrust che in questo modo rifiutano le tesi portate avanti da Trump sulla scia delle sue critiche all’operato della Cnn, accusata di produrre fake news anti governative. Non solo: ma sostengono le argomentazioni della società secondo cui la fusione si rende necssaria per sostenere la competizione con concorrenti come Netflix, ma anche Amazon, Google, Facebook, Disney.
Il merger, che stabilisce un’integrazione tra piattaforme di distribuzione e produzione dei contenuti, si trova già in fase avanzata. AT&T – peraltro già proprietaria di DirectTv – può ora procedere con il suo piano per trasformare WarnerMedia in un’azienda di streaming video che comprenderà Turner, HBO e Warner Bros.
Non basta: secondo gli osservatori la sentenza farà da apripista a una nuova ondata di servizi di streaming video che cercano di combattere Netflix.
Focus, per esempio, su Disney, pronta a lanciare un servizio streaming “home made”, forte di un grande controllo nell’impero dei media (da Disney, Pixar, Lucasfilm, Marvel fino all’acquisizione di un’ambita collezione di beni della 21st Century Fox
Anche Comcast è alle grandi manovre: punta ad aggiungere le risorse Fox al suo catalogo insieme a Nbc Universal, acquisito completamente cinque anni fa. Se dovesse riuscire con la sua offerta da 65 miliardi a Fox, potrebbe finalmente entrare nel business dei servizi di streaming stesso.
Fox: la compagnia dei media controllata da Rupert Murdoch è ben posizionata nel settore. Entro la fine dell’anno lancerà un servizio di streaming Fox News chiamato Fox Nation.
Verizon, dopo l’acquisizione di Aol e Yahoo ha lanciato una nuova società, Oath, e punta a primeggiare anche in ambito contenuti e pubblicità digitale.