A guidare per i prossimi tre anni il distretto produttivo dell’informatica pugliese sarà Salvatore Latronico, ceo di Openwork. Al distretto aderiscono circa 100 imprese pugliesi del settore IT, associazioni, consorzi, enti di ricerca e università, per 4.000 addetti complessivi e 500 milioni di fatturato.
Latronico succede a Gianni Sebastiano, Cfo di Exprivia, che rimarrà nel comitato direttivo, costituito inoltre da Stefano D’Ascoli di Eusoft, Vincenzo Fiore di Auriga, Gianpaolo Chiarella di Teseo, Antonio Galeone di Sincon, Cosimo Capodieci di Sysman Progetti & Servizi e Rossano Palazzo di Icasystems in rappresentanza delle imprese.
Francesco Di Ridolfo della Cisl rappresenterà le parti sindacali mentre Giancarlo Negro di Confindustria Puglia siederà nel comitato in rappresentanza delle associazioni datoriali. In rappresentanza delle università e dei centri di ricerca entrano nel direttivo Tommaso Di Noia del Politecnico di Bari, Luca Mainetti dell’Università del Salento e Giuseppe Visaggio dell’Università di Bari. Nominati vice-presidenti Antonio Galeone e Giuseppe Visaggio.
Obiettivo principale del programma del nuovo corso, si legge in una nota del distretto, è consolidare il ruolo del distretto nel promuovere, al servizio di istituzioni e imprese, lo sviluppo industriale della Puglia in ambito IT.
“Con rinnovata energia – dichiara il neo-presidente Latronico – ci impegneremo per dare seguito al brillante lavoro svolto dal presidente Sebastiano in questi primi sei anni di vita del Distretto, divenuto interlocutore autorevole di quanti a vario titolo si occupano sul territorio dei temi legati al digitale. Continueremo a perseguire il mandato conferitoci nel 2009 da imprese e istituzioni con la consapevolezza di quanto sia necessaria la sinergia tra tutti gli attori del territorio per trasformare in opportunità di sviluppo la grande rivoluzione digitale in atto. Tra i molteplici compiti che il Distretto affronterà, in primis la necessità di rendere efficiente il ciclo virtuoso dell’innovazione che ha come motore la sinergia tra comunità scientifica, industria, istituzioni e utenti finali, per creare e sperimentare nuovi prodotti e servizi da portare sul mercato extra-regionale e internazionale creando valore e occupazione sul territorio. Poi dobbiamo valorizzare l’importante tradizione regionale sullo sviluppo del software, i talenti e le competenze in ambito IT qui presenti allo scopo di attrarre investimenti e arrestare il deflusso di capitale umano e competenze; infine favorire la contaminazione tra il settore IT e altri settori industriali”.