OPEN INNOVATION

Le grandi aziende credono nelle startup italiane: sul piatto 500 milioni

I dati dell’osservatorio Assolombarda-Italia Startup-Smau, con la partnership scientifica di Infocamere e Polimi: le società innovative hanno prodotto nel 2018 ricavi per 900 milioni di euro, per la metà generati da aziende sostenute da corporate venture capital

Pubblicato il 24 Ott 2019

Startup investimenti

L’Open innovation in Italia inizia a lanciare segnali incoraggianti. In tre anni i soci “Corporate” che hanno investito in Startup innovative sono aumentati dell’88%, passando da settembre 2017 a settembre 2019 da 6.727 quote soci a 12.667. Tenendo in considerazione soltanto le partecipazioni dirette, l’aumento è del 76,1%, con 5.071 quote.  Inoltre dalla fondazione del registro dedicato delle startup innovative, sia gli operatori Corporate, che hanno investito nel settore 489 milioni di euro, sia quelli Family&Friends, quindi persone fisiche e ditte individuali, con 437 milioni di euro di investimenti, hanno contribuito a oltre il doppio degli investimenti provenienti dagli investitori specializzati, che ammontano a 192 milioni di euro e vedono in prima linea i fondi di venture capital.

Sono i dati che emergono dal Quarto Osservatorio sull’Open Innovation e il Corporate Venture Capital Italiano, promosso da Assolombarda, Italia Startup e Smau, con la partnership scientifica di InfoCamere e degli Osservatori del Politecnico di Milano e con il supporto di Confindustria e Piccola Industria Confindustria.

Secondo i dati presentati durante la terza giornata di Smau gli investitori specializzati in innovazione sono nel capitale di 398 startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro, mentre i soli Corporate Venture Capital sono nel capitale di 2.656 startup innovative, mentre 7.490 startup hanno come soci solo family & friends.

Significativo anche il fatto che il numero di startup innovative nel portafoglio del Corporate venture capital è cresciuto di 503 unità tra 2017 e 2019, passando da 2.154 a 2.657 (+23,3%).

Il fatturato generato nel 2018 è inoltre pari a 889 milioni di euro, di cui 50,52% (449 milioni di euro) è prodotto da Startup innovative nel portafoglio di Corporate venture capital.

Quanto alla suddivisione per aree geografiche, i soci corporate di startup innovative hanno per il 68,52% sede al Nord del Paese. Le società sulle quali ricadono per la maggior parte gli investimenti delle grandi aziende generano il 37,7% degli addetti impiegati da tutte le startup innovative, e sono quelle che contribuiscono maggiormente alla creazione di posti di lavoro.

“Quasi mezzo miliardo di investimento da parte delle corporate in startup innovative. Un dato positivamente sorprendente che dice quanto le imprese, grandi, medie e piccole, credano nell’innovazione aperta che arriva dalla contaminazione con le giovani imprese innovative – commenta Angelo Coletta, (foto in alto) presidente di Italia Startup – Si tratta ora di allargare e consolidare questi modelli virtuosi di corporate venture e di open innovation, da un lato divulgando le buone pratiche – 20 di queste sono pubblicate nell’Osservatorio di quest’anno – dall’altro dando vita a misure legislative adeguate per incentivare gli investimenti da parte delle aziende, oggi concentrate prevalentemente sulle persone fisiche e sugli investitori istituzionali”.

“L’Osservatorio è uno strumento utile sia per fotografare il fenomeno di collaborazione tra startup e aziende sia per stimolare le imprese a valutare le pratiche di Open Innovation e Corporate Venture Capital e agganciarsi così alle catene globali del valore – aggiunge Stefano Venturi, vicepresidente di Assolombarda (foto sopra) con delega a Attrazione Investimenti, Competitività Territoriale, Infrastrutture per la Logistica e Trasporti, Startup – I dati di quest’ultima edizione dimostrano una crescita notevole delle aziende che investono in startup innovative ma, nonostante i segnali di sviluppo, va sottolineato che le dimensioni dell’ecosistema delle startup a livello nazionale sono ancora ridotte rispetto ai competitors come Francia e Spagna. Per dare più forza a questo settore pensiamo sia necessario equiparare l’investimento in startup a quello in Ricerca e Sviluppo e aumentare il massimale di 1,8 milioni di euro che oggi si applica alla deduzione IRES riservata alle aziende che investono in startup innovative. Infine, chiediamo che venga data attuazione quanto prima al Fondo Nazionale per l’Innovazione inserito nella Legge di Bilancio 2019 che, ad oggi, è ancora senza un chiaro piano operativo”.

“In questa 56ma edizione di Smau abbiamo visto diversi indicatori, qualitativi e quantitativi, che dicono la stessa cosa: l’Open Innovation è un percorso che le aziende italiane hanno intrapreso con decisione, finalmente potremmo anche aggiungere, e non si torna indietro – conclude Pierantonio Macola, Presidente Smau (nella foto in alto) – I dati della quarta edizione dell’Osservatorio rendono evidente un ulteriore aspetto: sono le startup con un investitore corporate quelle che crescono di più sia in termini di fatturato che di occupazione. Creare, quindi, occasioni di incontro fra aziende e startup è fondamentale e a Smau siamo orgogliosi del lavoro che portiamo avanti in questo senso”.

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