Gli Stati Uniti sono molto più moderati nell’approccio alla privacy rispetto ad altri Paesi e questo può rappresentare una marcia in più. Lo dice il chairman dell’Ftc (Federal Trade Commission), Jon Leibowitz, in un’intervista rilasciata al Wall Street Journal Europe dove dettaglia anche la sua proposta di tutela delle riservatezza meglio nota come “Do not track”.
“Cerchiamo di adottare un approccio equilibrato alla privacy – sottolinea Leibowitz – Nessuno vuole cambiare l’ecosistema di Internet, in gran parte basato sulla pubblicità gratuita, ma allo stesso tempo crediamo anche i consumatori dovrebbero sapere che fine fanno i loro dati. La proposta di autoregolamentazione, nota come Do not track, consentirebbe ai consumatori di escludere il monitoraggio di terze parti”.
Un approccio – ricorda il numero uno della Ftc – molto più moderato rispetto, a quello della Ue “dove stanno discutendo se consentire la raccolta di informazioni sono in base a all’opt-in”.
Leibowitz si dice ottimista sulle possibilità di successo della proposta. “Credo che le aziende abbiano interesse a sostenere i consumatori e farlo significa, nella pratica, consentire l’opt-out agli americani che non vogliano veder raccolti i loro dati personali. In questo senso abbiamo già il sostegno di molte Web company, a cominciare dagli sviluppatori di browser, Microsoft, Google e Mozilla”. E rispetto alla filiera dell’advertising che vede come fumo degli occhi il Do not track, sottolinea che, qualora non accettassero l’autoregolamentazione, rischierebbero di incorrere in una “reazione legislativa molto più prescrittiva già dal prossimo anno”.