STRATEGIE

Lenovo alla sfida Scuola 4.0: “L’Italia ce la può fare”

Intervista a Guido Terni, channel sales center & education manager per l’Italia: “Gli uffici scolastici regionali sempre più sensibili al tema del digitale. Ma il Paese deve marciare unito. Il Piano nazionale scuola digitale va nella giusta direzione”

Pubblicato il 19 Mar 2018

guido terni lenovo

Lenovo alla sfida dell’Education 4.0. La multinazionale, impegnata a diffondere cultura digitale nelle scuole di ogni e ordine grado – atenei compresi – ha di recente firmato una collaborazione con il Politecnico di Milano per offrire prodotti e servizi a prezzi scontati a studenti e docenti. Della mission educativa di Lenovo parliamo con Guido Terni, channel sales center & education manager di Lenovo Italia.

Terni, partiamo dall’attualità. Cosa prevede l’accordo con il Politecnico?

L’intesa mira ad offrire a  dipendenti e studenti sconti ed estensioni di garanzia su un’ampia gamma di workstation, Pc e convertibili 2-in-1. Si tratta del primo accordo di questo genere stipulato in Italia da Lenovo con un ateneo pubblico. La convenzione ha durata di un anno e prevede diversi livelli di sconto su prodotti e servizi quali estensioni di garanzia su laptop, workstation e convertibili, e corsi di lingue straniere acquistabili in bundle con il convertibile Lenovo Yoga Book.

Come si inserisce questo accordo nella vostra strategia a supporto del mercato Education?

L’accordo rafforza ulteriormente l’impegno di Lenovo a sostenere le discipline e le facoltà e Stem (Science, Technology, Engineering, Mathematics), in coerenza con l’impegno a  sostenere la diversity, etnica, di genere, culturale o ancora di accesso all’educazione. In questo contesto Lenovo punta a supportare  iniziative volte a migliorare l’istruzione Stem in particolare delle ragazze e dei gruppi sociali tendenzialmente sottorappresentati, non solo per le ovvie implicazioni nell’ambito dell’immigrazione e della lotta alle disparità di genere, ma più in generale anche per incrementare la competitività in campo scientifico e tecnologico del nostro Paese. Per fare questo mettiamo a disposizione gli esperti della nostra divisione Education: Lenovo è una delle poche multinazionali dell’hi-tech ad avere una divisione dedicata.

Da dove nasce l’esigenza di creare una unit ad hoc?

Lenovo ha l’education nel suo dna, essendo stata fondata da due studenti. Una sensibilità, una propensione alla diffusione della cultura digitale che poi è stata messa a disposizione dei Paesi dove operiamo. Crediamo che sia nostro preciso dovere scendere in campo per per diffondere gli strumenti e competenze per sfruttare al meglio la tecnologia in un mercato del lavoro che richiedere personale sempre più specializzato. Ovviamente è un cmpito che non possiamo svolgere da soli:  sistema con le istituzioni e gli altri soggetti della società civile, per arrivare a una scuola all digital. Dove esistono solo classi inclusive grazie alla tecnologia: tutti allo stesso livello e con gli stessi strumenti. L’obiettivo è quello di mettere insegnanti e studenti nelle condizioni di fare lezioni in modalità totalmente digitale.

Il Piano nazionale scuola digitale ha lo stesso obiettivo: digitalizzare la didattica e formare studenti in grado di competere sul mercato del lavoro. Come giudica l’iniziativa?

Il Piano ha permesso di far fare all’Italia grandi passi avanti sul fronte Education. È dunque cruciale andare avanti su questa strada, soprattutto tenuto conto che sono finti i fondi europei Pon con cui si finanziava il programma.

Lenovo gode di un osservatorio privilegiato sulla situazione della scuola italiana. A che punto siamo? Permane lo storico gap Nord-Nord?

Tendenzialmente sì. Anche se molto dipende dalla sensibilità e preparazione digitale degli Uffici Scolastici Regionali: quello dell’Emilia Romagna, ad esempio, è all’avanguardia. Ma anche la Sicilia, a sorpresa, ha fatto molto in questi ultimi anni. La sfida è quella di rendere il territorio italiano e le sue scuole sempre più omogenei: Lenovo è pronta a collaborare.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Video
Analisi
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati