Lenovo pronta a mettere le mani anche sul ramo server di Ibm

Trattative in fase preliminare. L’azienda cinese, che nel 2005 acquisì il ramo computer di Ibm, cerca un’alternativa al rallentamento dei Pc, mentre Ibm vuole concentrarsi su software e servizi. Ma il sì dei regolatori Usa all’acquisizione cinese non è scontato

Pubblicato il 21 Gen 2014

Lenovo pronta ad agguantare una nuova fetta delle attività di Ibm. Dopo il ramo computer, infatti, acquisito nel 2005, il vendor cinese starebbe trattando con International Business Machines per comprare i suoi server low-end, stando alle indiscrezioni pubblicate dal Wall Street Journal. Non sarebbe la prima volta che le due aziende trattano per questa operazione: sembra che Ibm e Lenovo si siano già incontrate per parlare di server l’anno scorso ma i negoziati si sarebbero interrotti per divergenze nella valutazione del prezzo del deal.

Per Ibm, vendere l’attività hardware a basso margine sarebbe un vantaggio perché aiuterebbe il gruppo a focalizzarsi sulle attività più redditizie: software e servizi. Anche Lenovo trova un evidente vantaggio nell’operazione: è divenuto il più grande produttore mondiale di personal computer, ma resta un player minone nel mondo dei server e comprando il ramo Ibm si aprirebbe un’importante opportunità di crescita, visto che il mercato dei Pc è debole. La cinese potrebbe anche rafforzarsi come concorrente di Hp e Dell, rivaleggiando non solo nei computer ma anche nei server.

Lenovo ha confermato in una nota inviata alla Borsa di Hong Kong Stock di essere in trattative preliminari per una potenziale acquisizione, ma non ha specificato che si tratta dei server e ha negato che al momento ci sia alcun accordo.

Le fonti del Wsj rivelano che la scorsa primavera Ibm aveva raggiunto fasi avanzate di un negoziato con Lenovo per vendere parte del ramo dei server x86, ma la cinese non era disposta a pagare più di 2,5 miliardi di dollari, mentre l’americana chiedeva di più. Da allora, le prestazioni poco brillanti del business hardware di Ibm hanno suscitato qualche preoccupazione negli investitori, che oggi tornanano a guardare con interesse a una vendita dei server di fascia bassa, nella speranza di rilanciare la profittabilità del gruppo.

“Questo accordo avvantaggia Ibm e mette il turbo alla crescita di Lenovo“, commenta Alberto Moel, analista di Sanford C. Bernstein, “perché vendere server, con servizi aggiuntivi quale la manutenzione, si può rivelare molto più redditizio che vendere Pc”. Del resto Lenovo è già riuscita a rendere molto profittevole il business dei Pc che per Ibm era in perdita.

Un accordo di vendita tra Lenovo e Ibm potrebbe tuttavia incontrare ostacoli. Qualunque investimento straniero da un’azienda cinese a una americana legato a tecnologie sensibili o alla sicurezza nazionale viene attentamente vagliato dai regolatori statunitensi. L’acquisizione del ramo Pc di Ibm nel 2005 da parte di Lenovo finì sotto la lente del Congresso americano e dello Us Committee on Foreign Investment prima di essere approvato. C’è da aspettarsi che un’acquisizione del ramo server venga esaminata altrettanto scrupolosamente.

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