STRATEGIE

Leonardo, focus sul riassetto della Divisione Elettronica. I sindacati: “Più chiarezza sul piano”

Garantito l’investimento di 300 milioni l’anno e la presenza industriale in Italia dove sono in cantiere 18 centri di eccellenza hi-tech. Prevista la chiusura di 6 siti. Fiom, Fim e Uilm: “Vigileremo sulle azioni, tutelare occupazione”

Pubblicato il 30 Mar 2022

leonardo

La Divisione Elettronica del Gruppo Leonardo ha presentato alle organizzazioni sindacali il Piano di ottimizzazione industriale per il consolidamento e la crescita. Il progetto di riorganizzazione soddisfa solo in parte Fim Cisl.

L’azienda ha garantito il livello di investimenti sull’intero portafoglio di prodotti, la creazione di 18 centri di eccellenza tecnologica, l’incremento della sostenibilità ambientale, la strategia per lo smart working e la tutela degli occupati nonostante la chiusura di sei siti in Italia. Tuttavia la rappresentanza dei lavoratori chiede “Trasparenza e certezze su regole e investimenti per un percorso condiviso che non penalizzi nessuno”, come si legge nella nota congiunta di Michele Tamburrano, segretario generale della Fim Cisl Taranto Brindisi, e di Maddalena Rovitto, Rsu Fim Cisl dello stabilimento Leonardo Taranto.

Leonardo pronta a creare 18 centri di eccellenza tech

Nel corso della riunione con Fim Cisl il management aziendale ha dichiarato che, in linea con i risultati conseguiti nel 2021, la Divisione Elettronica continuerà ad essere uno dei principali motori della crescita del fatturato previsto dal gruppo nei prossimi cinque anni; ciò le consentirà di ambire a un ruolo guida su scala europea nel settore dell’elettronica per la difesa, con un’adeguata profittabilità e generazione di cassa e continuo sviluppo sul mercato sia domestico che internazionale.

Per sostenere questa crescita Leonardo manterrà un livello di investimenti elevato sul portafoglio prodotti (300 milioni euro all’anno, di cui circa 200 milioni di euro all’anno in Italia), con chiare roadmap di prodotto rispondenti alle esigenze di mercato e introduzione di nuove tecnologie. A questo si aggiungeranno investimenti sulla presenza industriale in Italia di ulteriori 50 milioni di euro in tre anni.

Gli investimenti nel footprint sono legati alla creazione di 18 centri di eccellenza tecnologica di prodotto con missioni definite e rafforzate, pronti a gestire volumi crescenti e sui quali focalizzare gli investimenti previsti in ottica di massimizzazione dei benefici e coerentemente con il piano di digitalizzazione Divisionale.

Secondo quanto esposto dall’azienda al tavolo, questa riorganizzazione porterà alcuni benefici dei processi industriali e di ottimizzazione di flussi produttivi, con investimenti su infrastrutture e strumenti It di ultima generazione, rafforzando l’aumento della competitività industriale italiana, per supportare i nuovi programmi multinazionali quali Tempest e nel mercato export.

Ridimensionamento dei siti. Ma tutela del lavoro

Sono previsti inoltre un incremento della sostenibilità ambientale, grazie ad una maggiore efficienza della supply chain, agli investimenti nelle infrastrutture e al paperless; un miglioramento degli ambienti lavorativi attraverso re-layout degli stabilimenti interessati; l’inserimento di nuove tecnologie in un’ottica di open innovation, con la creazione di ecosistemi tecnologici a livello territoriale e il potenziamento delle collaborazioni con il mondo della formazione e della ricerca.

Per massimizzare l’efficienza industriale il Piano prevede la chiusura sul territorio italiano di 6 siti, il ridimensionamento di 1 sito verso una soluzione più sostenibile, la creazione di un Hub logistico in area laziale e l’uscita dalla Divisione Elettronica di ulteriori 2 siti. Tutto ciò garantendo la continuità del business.

Il progetto non comporterà riduzioni nell’organico del gruppo e non prevede trasferimenti oltre il perimetro indicato. Non avrà impatti sulla catena diretta dei fornitori; la crescita del fatturato comporterà anche una crescita del personale produttivo (295 assunzioni e 54 trasferimenti da aerostrutture già nel 2022).

L’iniziativa considera come elemento migliorativo l’applicazione strutturale dello smart working non più in ambito emergenziale come elemento portante del work life balance dei dipendenti.

Il progetto inizierà nel primo semestre 2022 con elementi sostanziali entro il 2023 e perfezionamento nel 2024 a seconda della complessità dei progetti.

Fim Cisl: “Non convinti della bontà del progetto e dei benefici”

Per Michele Tamburrano, segretario generale Fim Cisl Taranto Brindisi, le rassicurazioni aziendali vanno approfondite attraverso incontri periferici di sito: “Il Piano richiede un approfondimento territoriale, perché ad oggi – spiega Tamburrano – non siamo del tutto convinti della bontà del progetto. Appare evidente che si tratta di una Divisione in salute e che continua ad investire. Tuttavia necessita meglio comprendere le motivazioni del trasferimento e se effettivamente comporta benefici per l’azienda e per i lavoratori”.

La Fim Cisl non lascerà mano libera all’azienda durante la fase di attuazione del percorso. “È più che mai necessario – osserva Maddalena Rovitto, Rsu Fim Cisl dello stabilimento Leonardo Taranto – conoscere il piano degli investimenti nel dettaglio, il consolidamento delle mission produttive e future espansioni, il saldo occupazionale. Elementi questi non trascurabili. Leonardo deve convincerci sulla bontà del percorso. Resta inteso che come Fim Cisl – conclude – saremo vigili e monitoreremo il percorso”.

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