“Dal palinsesto fatto a caso al format sull’Agenda digitale”. In estrema sintesi Gianluca Mazzini, direttore generale di Lepida SpA, traccia l’evoluzione della televisione della Regione Emilia Romagna: LepidaTV. Correva l’anno 2005 quando l’ente locale s’innamorò della televisione pubblica locale con l’ambizione di dialogare con il cittadino via grande schermo casalingo. Tecnologicamente un fallimento, un fiore appassito velocemente, ma la televisione è rima – hanno lavorato per la governance locale dei servizi anche per evidenti ragioni politiche nazionali. Ma la televisione? Per anni è sopravvissuta trasmettendo contenuti degli enti locali, fino a raccogliere 4mila produzioni, per scoprire che Comuni e Province non avevano nessuna cognizione di diritto del copyright. Per farla breve: spendevano un sacco di soldi per produrre video, ma non avevano i diritti di trasmissione, quindi LepidaTV ha potuto mandare in onda solo una parte del materiale multimediale. Si è salvata con alcune produzioni in casa dedicate alla musica, alla cultura, agli appuntamenti.
Ma questo è il passato, dopo le inevitabili polemiche politiche sulla necessità di una televisione pubblica ora Lepida e Regione vogliono dare una svolta al palinsesto con I-Cuber. Il format, presentato ieri a Bologna, vuole diventare il luogo delle esperienze dell’agenda digitale regionale con il contributo delle aziende che vogliono condividere la loro esperienza digitale. In altri termini una sorta di incubatore d’esperienze via televisione.
Dettaglia il progetto l’assessore regionale all’agenda digitale Raffaele Donini: “Abbiamo pensato ad un contenitore per seguire e anticipare le traiettorie dell’agenda digitale coinvolgendo le imprese e le pubbliche amministrazioni per puntare sull’alfabetizzazione digitale. Non abbiamo la forza per fare un palinsesto ampio, ma attraverso questo format e il coinvolgimento del territorio intendiamo creare un luogo di confronto delle migliori pratiche digitali”.
CorCom ieri ha sentito Marco Lombardo, docente di Diritto dell’Unione europea all’Università di Bologna e componente del Gruppo di Riflessione Strategica sulle politiche e gli Affari Europei, che è l’autore del numero zero di questo format. “Si vuole raccontare – spiega – come si stanno trasformando i processi d’innovazione produttivi con il digitale nella nostra regione. Siamo partiti con il food attraverso la narrazione delle esperienze di alcune imprese dell’agroalimentare che sperimentano e innovano con le nuove tecnologie. Un approccio che vuole parlare dell’intero ecosistema dell’innovazione, svelando tutte le facce del cubo. Non solo le buone idee, ma anche come si finanzia un’impresa, il venture capital, l’human side, il crowdfunding, il social side cioè l’impatto sociale dell’innovazione”. “In Emilia Romagna – prosegue – siamo tradizionalisti innovativi, si coniuga la tradizione del modello sociale ed economico locale con le sfide dell’innovazione digitale”. Poi Lombardo spiega perché si è deciso di partire dal food: “Il digitale è trasversale a tutti i settori produttivi. Oggi nel food si ha una forte sperimentazione come si vede nel numero zero del format dove gli attori raccontano le loro esperienze di innovazione con le tecnologie, con gli strumenti finanziari digitali. Dopo il food sono in programma programmi sulla green economy, il welfare, la pubblica amministrazione che può raccontare e spiegare i suoi progetti di cittadinanza digitale. Le imprese segnalano a LepidaTV le loro iniziative e la televisione va nell’impresa per dialogare, raccogliere le storie e poi trasmettere, mettere in rete i contenuti”.
La mancanza di fondi stimola la partecipazione delle imprese e delle istituzioni che lavorano sul campo dell’innovazione come la Fondazione Golinelli – voluta dall’imprenditore e filantropo Mario Golinelli, è un punto di riferimento internazionale per l’educazione e la promozione della cultura – presente ieri con il direttore generale Antonio Daniele, poi Alessandro Pirani del Future Food Institute. Insomma si vuole puntare sulla televisione del territorio, come spiega Gianluca Mazzini: “Non ci mettiamo la sceneggiatura, non ci mettiamo le esperienze. Ci mettiamo la produzione, la realizzazione, la trasmissione. Dalla televisione dei contenuti a caso, alla televisione dell’Agenda digitale”.