Scatta il piano dell’Unione europea dedicato allo sviluppo delle soluzioni di intelligenza artificiale. L’impegno è quello di mettere insieme, entro la fine del 2020, almeno 20 miliardi di euro di investimenti a cavallo di pubblico e privato. E di mettere in moto un meccanismo che generi ulteriori 20 miliardi di risorse per il decennio successivo. Il piano d’azione prevede la stretta sinergia tra gli Stati membri della Ue, la Norvegia, la Svizzera e la Commissione in quattro ambiti chiave: i trasporti e la mobilità, la sicurezza, l’energia, l’assistenza sanitaria. Su quest’ultimo fronte, in particolare, si è ipotizzata una banca dati comune di dati tratti da esami sanitari, con immagini scansionate anonime, date dai pazienti, per migliorare la diagnosi e la cura dei tumori mediante l’intelligenza artificiale. Entro la metà del 2019, inoltre, la Commissione varerà un centro di supporto per la condivisione dei dati, allo scopo di fornire consigli pratici a tutti i soggetti europei che partecipano all’economia dei dati.
Dal punto di vista operativo, l’accordo siglato punta all’aumento dei progetti finanziati, all’accessibilità a un maggior numero di dati, alla promozione del talento e alla salvaguardia della fiducia.
Il piano ha l’obiettivo dichiarato di aiutare l’Europa a guadagnare terreno sui competitor internazionali attraverso partenariati specifici per singoli grandi progetti. La Commissione indica infatti che “rispetto ad altre parti del mondo, come gli Stati Uniti d’America e la Cina, gli investimenti per l’intelligenza artificiale nell’Unione sono modesti e frammentati”.
Nello specifico, a integrazione degli investimenti nazionali la Commissione investirà 1,5 miliardi di euro entro il 2020, ossia il 70 % in più rispetto al periodo 2014-2017. Nel quadro del bilancio comunitario 2021-2027, ci si propone di investire almeno sette miliardi di euro nell’ambito di Orizzonte Europa e del programma Europa digitale. Entro la metà del 2019 tutti gli Stati membri dovrebbero disporre di strategie nazionali che definiscano i livelli di investimento e le misure di attuazione, che contribuiranno ad alimentare il dibattito a livello comunitario.
Verrà poi creato un nuovo partenariato per la ricerca e l’innovazione per la collaborazione tra università e impresa con la definizione di un’agenda strategica di ricerca comune per l’intelligenza artificiale. Un nuovo fondo, pensato anche per le attività R&D in ambito Blockchain, sosterrà le start-up e gli innovatori, in parallelo con la creazione di centri di eccellenza europei per l’intelligenza artificiale e impianti di prova su cui convergerà anche lo studio di soluzioni per la mobilità connessa.
Secondo gli estensori del progetto, l’Italia avrà un ruolo strategico per la buona riuscita del piano. Il nostro Paese infatti “ha contribuito in modo notevole non solo a parole perché a livello di governo c’è una chiara comprensione che non è solo una questione di volontà avere l’AI ma un must”, ha commentato il vicepresidente della Commissione Ue al digitale Andrus Ansip in occasione della presentazione del piano. “Sono abbastanza sicuro che in Italia si troveranno investimenti importanti per l’AI nonostante i problemi di bilancio che il Paese ha in questo momento”. Ansip ha aggiunto che l’Italia “è uno dei migliori performer” in tutto il settore, con “eccellenze” quali il Sant’Anna di Pisa e il polo tecnologico di Torino.