Attivare hub di innovazione digitale in tutti i Paesi europei . E’ l’obiettivo che si è data la commissaria Ue al Digitale, Mariya Gabriel. “La mia volontà è che gli hub di innovazione digitale per le pmi europee siano attivi entro il 2021 in tutti i Paesi dell’Unione, per aiutare gli imprenditori a migliorare produzione e commercio – ha annunciato Gabriel, intervenendo a un evento organizzato da Facebook a Bruxelles – Attraverso centri tecnologici locali e facilmente accessibili da tutte le Pmi, capaci di fornire anche assistenza finanziaria, aiuteremo gli investitori ad essere consapevoli del progresso tecnologico dell’Ue e creeremo una rete che aiuterà le pmi a prosperare”.
I poli di innovazione digitale coinvolgeranno diverse realtà sociali, tra cui “università e camere di commercio”. La strategia digitale dell’Ue, quindi, “non copia” quella della Silicon Valley ma “punta alla decentralizzazione” di abilità e tecnologie, “eliminando le divisioni nella società europea” e mettendosi “al servizio di cittadini e pmi”, ha sottolineato la commissaria. A maggio, ha poi ricordato Gabriel, l’Ue lancerà un pacchetto su fake news e intelligenza artificiale. “Resto convinta che la tecnologia oggi sia uno strumento chiave, ma questa deve essere messa al servizio dei cittadini”, ha concluso.
E l’Italia arriverà all’appuntanento con un notevole bagaglio. Confindustria ha infatti lanciato un progetto ad hoc sui digital innovation hub (Dih): centri che hanno il compito di stimolare e promuovere la domanda di innovazione del sistema produttivo e sono la “porta di accesso” delle imprese al mondo di Industria 4.0. La forza di un Dih è quella di poter offrire un livello qualificato di servizi avvalendosi di un network di attori dell’innovazione, nazionali ed europei. Attualmente in Italia sono attivi 23 hub in diverse regioni.
Come spiega il presidente di Confindustria Digitale, Elio Catania, “sul territorio bisogna rendere l’azione dei Digital Innovation Hub un fattore sistemico di spinta verso l’innovazione e la crescita di competitività. Ciò è possibile superando le modalità tradizionali di trasferimento tecnologico, ormai del tutto inadeguate, attraverso un modello collaborativo e trasversale che impegna in prima linea il sistema delle imprese, le amministrazioni locali, i poli di ricerca”.
I Digital Innovation Hub – fanno sapere da Confindustria – rappresentano un modello snello e concreto di supporto innovativo alle imprese con un coinvolgimento bottom up di territori, università e centri di ricerca di eccellenza e costituiscono un asset strategico per la crescita e lo sviluppo economico e industriale del nostro Paese. L’obiettivo principale è far sì che la manifattura, punta di eccellenza del nostro sistema economico, passi dall’attuale 15% di contributo al PIL ad almeno il 20%”. I punti della mission dei Dih indicati nel Piano Calenda sono: sensibilizzazione delle imprese su opportunità esistenti in ambito Industria 4.0; supporto nelle attività di pianificazione di investimenti innovativi; Indirizzamento verso Competence Center dell’Industry 4.0; supporto per l’accesso a strumenti di finanziamento pubblico e privato; servizio di mentoring alle imprese; interazione con Dih europei.
E anche Unioncamere è scesa in campo con i suoi hub: i Pid (Punti impresa digitale) sono una rete fisica e virtuale pensatA per formare una rete territoriale che diffonda la cultura e la pratica del digitale nelle micro, piccole e medie imprese, all’interno del Piano nazionale Industria 4.0 del governo.
Nello specifico, i Pid mettono a disposizione delle imprese programmi per la diffusione delle conoscenze di base sulle tecnologie di Industria 4.0, una mappa della maturità digitale delle imprese e un servizio di assistenza per l’avvio di processi di digitalizzazione attraverso i servizi di assessment e mentoring. I Pid offrono inoltre corsi di formazione su competenze di base nel settore digitale e orientamento verso strutture più specialistiche come i digital Innovation Hub o i Competence Center.
Le piccole imprese potranno ottenere inoltre attraverso il sistema camerale un sostegno economico per le iniziative di digitalizzazione attraverso l’erogazione di voucher: una linea di attività a cui è destinato quasi il 40% dei 116 milioni di euro messi in campo dal sistema camerale.