CRIPTOVALUTE

Meglio Libra o Bitcoin? Ecco la “guida” che spiega le differenze

I maggiori esperti Usa di fintech accendono i fari sulle pecularità dei due asset. E provano a difendere il progetto del social media che somiglierebbe più a una valuta reale che a una criptovaluta grazie al ruolo della Libra Foundation

Pubblicato il 22 Lug 2019

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Libra di Facebook non va confuso con il bitcoin – e forse non va nemmeno considerato una vera e propria criptovaluta. Mentre governi e regolatori di Usa e Europa accendono un faro sul progetto fintech di Mark Zuckerberg, gli addetti ai lavori delle monete digitali mettono in luce quelle che considerano sostanziali differenze. Il timore è che associando Libra al volatile bitcoin il progetto di Facebook possa arenarsi.

Nel bitcoin, sottolineano gli esperti di Saga Foundation, le transazioni vengono registrate in modo anonimo su un registro pubblico (public ledger) basato su blockchain, una sorta di database gestito su una rete di computer in cui le transazioni sono registrate e automatizzate in modo da rendere virtualmente impossibile la manomissione. Anche Libra di Facebook si basa sulla blockchain o sul ledger distribuito ma, a differenza del bitcoin, dicono da Saga Foundation, la blockchain di Libra è basata su autorizzazione, ovvero le transazioni possono essere inserite nel registro solo da partecipanti “trusted”.  

Di qui il ruolo della Libra Association, il consorzio con sede in Svizzera che raggruppa aziende del settore finanziario e hitech come Visa e Uber. Ogni membro di questo consorzio no-profit ha investito un minimo di 10 milioni di dollari nel progetto.Libra creerà una struttura centralizzata governata da un’associazione composta esclusivamente da grandi istituti e imprese che hanno comprato i loro diritti di voto”, dichiara alla testata Cnbc.com Ido Sadeh Man, fondatore e presidente di Saga Foundation.

Ciò sarebbe garanzia di sicurezza e legalità per Libra rispetto al bitcoin. “Le criptovalute sono caratterizzate dal fatto di non avere intermediari trusted”, ha scritto in un blog post Peter Van Valkenburgh, direttore della ricerca al think thank sulle criptovalute Coin Center. “Noi non consideriamo Libra una criptovaluta perché usa un registro basato su autorizzazione e si affida a partner fidati per gestire gli asset che garantiscono la moneta”.

Il white paper da cui è nato il bitcoin definisce del resto questa valuta come un sistema di pagamento peer-to-peer, che permette alle persone (teoricamente chiunque) dotate di hardware e connessione internet di scambiare denaro senza ricorrere alle banche. Nel mondo finance il bitcoin viene considerato una forma di investimento a lungo termine, come un “oro digitale” (digital gold), con quotazioni potenzialmente molto volatili. Libra viene invece visto dagli addetti ai lavori come uno “stablecoin”, destinato all’utilizzo nei pagamenti transfrontalieri e nei trasferimenti di denaro, legato a un paniere di valute reali e altri asset per evitare fluttuazioni importanti. Anche David Marcus, il top manager di Facebook che è a capo dell’iniziativa blockchain, ha detto che Libra funzionerà più come una moneta tradizionale che come una criptovaluta.

Le rassicurazioni degli esperti del settore e di Marcus non hanno finora convinto i regolatori. Facebook e i sostenitori del progetto Libra sono preoccupati dall’associazione con il bitcoin, ma la recente audizione al Senato americano di Marcus non è servita a allontanare i dubbi: il top manager, che dovrà testimoniare anche alla Camera, non ha risposto in modo soddisfacente alle domande su quali dati effettivamente verranno raccolti da Facebook durante le transazioni, non ha spiegato perché la Libra Association viene considerata un’associazione senza fini di lucro pur pagando dividendi ai suoi membri e non ha chiarito come verrà controllato il trasferimento di fondi sospetti. Libra non si preoccuperà della qualità delle app sviluppate per gestire la criptovaluta al di fuori di Facebook, non ci sono piani perché l’Associazione stabilisca delle regole e non ci saranno garanzie nel caso di truffe (cioè nessun meccanismo di blocco o per ritirare un pagamento come avviene ad esempio con i bonifici bancari o le carte di credito).

Anche il recente G7 delle finanze ha espresso scettiscismo su Libra, chiarendo che non potrà essere una valuta di scambio con lo stesso tipo di potere e di ruolo delle valute sovrane e che restano molte questioni aperte, tra cui quella sulla sicurezza. Il ministro dell’Economia italiano, Giovanni Tria, ha chiarito che “Su questo nuovo tipo di moneta c’è una preoccupazione generale e la decisione che questa preoccupazione si tradurrà in un’azione di controllo di quello che sta accadendo e la preoccupazione darà luogo a un intervento”. I banchieri centrali affermano invece che se Facebook vuole avere la possibilità di ottenere depositi da parte dei clienti, ha bisogno di una licenza bancaria che lo sottoporrebbe alla rigida regolamentazione che serve per operare in quell’industria.

Tuttavia, secondo i sostenitori del progetto Libra, se Facebook e i suoi partner riescono a superare gli ostacoli regolatori, questa valuta potrà avere un impatto sull’economia globale e addirittura “eclissare il bitcoin”, come ha affermato Charles Hayter, co-fondatore e ceo di di CryptoCompare. Per Andy Bryant, coo in Europa di bitFlyer, Libra potrebbe convincere le persone che ci sono “modi alternativi” alle monete fiat, come il dollaro, per investire. “Potrebbe essere un grande progresso”.

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