La criptomoneta di Facebook è già nel mirino dei regolatori. A poche ore dall’annuncio di Libra, la valuta digitale che il social network lancerà nel 2020, le potenze mondiali riunite nel G7 hanno dato il via alla costituzione di un gruppo di lavoro, di cui faranno parte le banche centrali e il Fondo monetario internazionale, per valutare i rischi delle monete digitali come Libra e gli impatti sul sistema finanziario, come riporta il Financial Times.
L’impulso arriva dal ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire (la Francia ha la presidenza di turno del G7) che ha spiegato il progetto in una lettera al governatore della Banca di Francia Francois Villeroy de Galhau, sottolineando che una delle questioni principali da esaminare è il potenziale utilizzo delle criptovalute per il riciclaggio di denaro. Il gruppo di lavoro sarà coordinato da Benoit Coeuré, membro del board esecutivo della Banca centrale europea, e produrrà un primo report già il prossimo mese.
“È fuori discussione” che Libra diventi una “moneta sovrana”, ha commentato Le Maire in un’intervista con Europe 1 radio. “Non può e non deve accedere”.
Simili le preoccupazioni espresse dal governatore della Banca d’Inghilterra, Mark Carney, dopo l’annuncio della criptomoneta di Facebook: occorre un attento scrutinio internazionale. La Banca d’Inghilterra non avrà preconcetti di fronte all’innovazione, ha detto Carney, ma questo non si traduce in porte spalancate a ogni novità. Carney ha sottolineato che se Libra diventerà una moneta ampiamente adottata, dovrà essere sottoposta ai più severi controlli e standard regolatori.
Per l’europarlamentare tedesco Markus Ferber Facebook con la sua nuova criptovaluta potrebbe addirittura diventare una “banca ombra” (ovvero entrare nell’insieme di mercati, istituzioni e intermediari che erogano servizi bancari senza essere soggetti alla relativa regolamentazione). L’ingresso di Facebook nel fintech “è una buona ragione per i regolatori per mettersi al lavoro su un quadro di regole appropriate per le monete virtuali”, ha detto Ferber. “Le multinazionali con un bacino di utenti enorme come Facebook non possono operare in un paradiso senza regole se introducono valute virtuali”.
Facebook, tramite un portavoce, si è detta pronta a rispondere a dubbi e richieste dei regolatori, ma intanto molti esperti sottolineano che il cammino di Libra potrebbe essere tutto in salita. Se da un lato il social network ha i numeri per rivoluzionare anche l’industria del fintech, dall’altro l’azione del regolatore potrebbe rappresentare un potente ostacolo alle ambizioni di Facebook.
Come sottolinea Aurelie L’Hostis, senior analyst di Forrester, il social network è già nel mirino di governi, regolatori e utenti per questioni legate alla privacy e all’abuso dei dati personali ed è naturale che il lancio della criptovaluta faccia temere che l’azienda di Zuckeberg non sia in grado di gestire la raccolta dei dati finanziari o l’adeguamento agli standard normativi.
D’altro lato, molti analisti pensano che l’ingresso di un player di peso come Facebook nel mondo delle criptovalute possa fornire lo stimolo ai regolatori a definire una volta per tutte chiare norme per il settore, come dimostra il gruppo di lavoro che il G7 sta già mettendo insieme.
Facebook ha riferito che Libra si baserà su una blockchain open source “evolutiva ed affidabile” che “permetterà la creazione di un nuovo ecosistema finanziario con nuovi utilizzi a favore dell’innovazione e dell’inclusione finanziaria”. La Libra sarà garantita da una riserva di asset reali per assicurare la sua stabilità e proteggerla dalla speculazione. L’entità di “governo” della nuova criptovaluta sarà la Libra Association, organizzazione indipendente e non-profit con sede a Ginevra in Svizzera. Facebook ha creato anche una sussidiaria chiamata Calibra che offrirà portafogli digitali per conservare, inviare e spendere le libre. Calibra sarà strettamente connessa alle piattaforme Messenger e WhatsApp di proprietà di Facebook, che già possono disporre di una platea di più di un miliardo di utenti.