Su Linkedin i numeri non tornano. O, almeno, non tornano a tutti gli utenti. Da qualche giorno sulla versione italiana del popolare social per il business, si stanno infatti registrando delle “anomalie” riguardo al conteggio delle visualizzazioni di post e articoli nonché delle visite ai singoli profili.
Secondo quanto risulta a Corcom – sulla piattaforma sono stati diversi i commenti e le segnalazioni in merito – se nella maggior parte dei casi in questione il numero delle visualizzazioni risulta dimezzato rispetto ai giorni precedenti, o addirittura ridotto fino a un quarto (che numericamente può significare decine di migliaia di visualizzazioni in meno), si stanno registrando anche situazioni eccezionalmente all’opposto: c’è infatti chi segnala di aver registrato performance da record – fino a 1 milione di visualizzazioni su singoli post – in controtendenza con quelle in media ottenute per le proprie pubblicazioni.
“Di recente, abbiamo scoperto un problema inatteso relativo al conteggio delle visualizzazioni dei post di alcuni membri durante le ultime settimane – dichiara Linkedin a Corcom -. Abbiamo corretto il problema, e ora tutti i conteggi delle visualizzazioni sono accurati. Siamo spiacenti per quanto accaduto e per i possibili inconvenienti causati’’. Le cose però non starebbero esattamente così perché gli utenti continuano a segnalare disguidi.
L’azienda non ha effettuato di recente modifiche dell’algoritmo che possano giustificare una situazione del genere né tantomeno bug o attacchi hacker di sorta che possano avere compromesso o alterato il “contatore”. Alcuni utenti evidenziano che situazioni analoghe si sarebbero verificate anche in passato, anche sulla versione “internazionale” del social, e che riguarderebbero anche i profili premium, ossia quelli a pagamento. E altrettanti dichiarano di aver fatto presente la questione al “centro assistenza online”, senza però risoluzione del problema.
La vicenda, seppur non allarmante, apre però a diversi interrogativi. Che oltre a Linkedin chiamano in gioco anche gli altri social, considerato che “alterazioni” sui numeri – seppure di ordine differente – hanno già visto protagonisti ad esempio Facebook e Twitter, nel primo caso sul fronte dell’advertising e nel secondo relativamente alle performance di account fake e persino di profili vip, al punto da indurre in quest’ultimo caso la società ad avviare un repulisti per far quadrare i numeri.
Gli interrogativi sono i seguenti: gli analytics sono davvero efficaci? E consentono, in particolare a coloro che usano i social per finalità di business – si pensi ad esempio ai profili/account aziendali – di verificare con puntualità l’efficacia delle proprie attività di comunicazione e di marketing? Gli algoritmi sono affidabili oppure possono essere oggetto di “manipolazioni”? Sono necessarie garanzie contrattuali che possono sgombrare il campo da dubbi e perplessità? In attesa di risposte puntuali dagli attori in questione, sarebbe senza dubbio auspicabile una riflessione e un dibattito sul tema.