STRATEGIE

Lisi (Anorc): “Riverniciata digitale non basta a svecchiare l’Italia”

Interventi governativi concreti, investimenti economici, norme più snelle e competenze tecnologiche: questi secondo l’associazione i pilastri dell’innovazione. “Serve una presa di coscienza collettiva”

Pubblicato il 20 Ott 2015

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L’innovazione digitale per essere attuata realmente ha bisogno di interventi governativi concreti, investimenti economici, una normativa più snella e molto know how, non di soli slogan. Questa è una delle istanze più forti emerse nel corso del DIG.Eat 2015, evento annuale di ANORC sulla digitalizzazione tenutosi lo scorso 14 ottobre a Roma.

Anche quest’anno il pubblico è stato numeroso e partecipe (oltre 1000 iscritti, circa 600 presenze effettive, nonostante l’allarme meteo) dimostrando un’attenzione crescente e consapevole verso le tematiche digitali a cui la manifestazione è dedicata. Nelle cinque tavole rotonde, in cui esperti, esponenti della PA e del mercato si sono confrontati tra loro, sono state messe in luce alcune esigenze principali: la digitalizzazione a costo zero non esiste, è necessario prevedere degli investimenti governativi per adeguare processi e competenze alla nuova realtà; la normativa di settore deve essere semplificata e resa più omogenea; le PA che non si adeguano alla normativa digitale devono essere sanzionate; la governance digitale va centralizzata rafforzando il ruolo e i poteri di AgID; la trasparenza è un obiettivo importante e una garanzia per il cittadino, da perseguire attraverso una gestione corretta di dati e documenti; innovare è impossibile se non vengono formate adeguate competenze e professionalità che possano occuparsi correttamente di questi processi.

Durante l’evento, ANORC ha inoltre presentato due nuovi progetti associativi. È stata annunciata la nascita della coalizione nazionale ANORC dei conservatori accreditati – che riunisce i 23 conservatori associati ad ANORC e AIFAG che hanno ricevuto l’accreditamento da parte di AgID – allo scopo di mettere in atto azioni concrete per salvaguardare il mercato comune, alimentare una concorrenza leale, chiedere la presenza di regole certe per tutti e la garanzia del loro rispetto.

Sono stati comunicati, inoltre, i primi dati dell’indagine che ANORC sta svolgendo sui siti web istituzionali della PA per verificare lo stato di attuazione delle norme che disciplinano le modalità di pubblicazione on line di dati e documenti pubblici, nonché il livello di usabilità dei servizi offerti ai cittadini tramite il sito web istituzionale: l’indagine, che per ora si è soffermata sui siti web dei 20 Comuni capoluogo di Regione e di altri 20 Comuni selezionati in base al numero maggiore di residenti, restituisce per il momento uno spaccato piuttosto desolante, con piani di informatizzazione e manuali di gestione spesso assenti e atti pubblicati nell’albo online con formati di frequente non conformi alla norma.

“Ci auguriamo che il digitale continui ad avanzare e lo faccia bene e velocemente” afferma Andrea Lisi, presidente ANORC “e come associazione lavoriamo affinché ciò accada. È però necessaria una presa di coscienza collettiva del fatto che per realizzare un progresso concreto in questo settore non serve una modernizzazione di facciata, non è utile dare una riverniciata digitale fatta di parole a vecchi processi, occorre intervenire in profondità agendo al cuore dei vecchi sistemi, ripensandoli, e occorre ancora di più diffondere negli operatori del settore competenze digitali specifiche e sicure”.

Appuntamento quindi al prossimo DIG.Eat, che si terrà a Milano nella primavera del 2016, con un’edizione che sarà maggiormente orientata al mercato e alle sue esigenze, dando ampio spazio alle competenze digitali che ANORC Professioni sta contribuendo a definire e valorizzare, ma anche alle firme elettroniche, alla biometria e grafometria e quindi alla privacy, all’e-commerce e ai contratti IT.

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