IL PROGETTO

L’Istituto italiano di tecnologia potenzia le infrastrutture digitali per la ricerca

Raddoppiata la capacità di gestire e immagazzinare dati nei 14 centri su tutto il territorio nazionale in collaborazione con Ibm e E4 Computer Engineering. Grazie a supercalcolo e intelligenza artificiale si punta a migliorare le attività e accelerare la transizione digitale del Paese

Pubblicato il 15 Set 2023

HPC - Franklin cluster_17165

L’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) ha recentemente implementato un’espansione significativa delle sue infrastrutture digitali, moltiplicandole per quattro, allo scopo di supportare l’intera rete nazionale dei centri IIT, che comprende 4 sedi a Genova e 11 nei principali centri urbani del Paese.

Obiettivo dell’implementazione

Il potenziamento consentirà di accelerare e ottimizzare le attività di ricerca in tutti i campi di interesse dell’Istituto, facilitando una transizione digitale efficace nel settore della ricerca. L’IIT si è dotato di un sistema avanzato per l’archiviazione dei dati, fornito con il sostegno di aziende leader nel campo come IBM ed E4, che rispetta le migliori pratiche europee in materia di gestione dei dati. Le attività sperimentali generate oggi producono enormi volumi di dati che devono essere resi accessibili – quando possibile – all’intera comunità scientifica e riutilizzabili in ogni momento secondo requisiti di trasparenza e sicurezza rigorosi.

La tecnologia Ibm

Il sistema fornito da E4 utilizza la tecnologia Ibm ed è in grado di archiviare 10 Petabyte (10 milioni di gigabyte) di dati, che saranno disponibili a tutta la rete dei centri IIT, distribuiti su macchine dislocate in 14 installazioni sul territorio nazionale. Questa infrastruttura supporterà lo sviluppo dei circa 300 progetti di ricerca nelle varie aree d’interesse dell’Istituto (robotica, nuovi materiali, scienze della vita e scienza computazionale), offrendo la possibilità di raccogliere, classificare, categorizzare e tracciare ogni singolo dato per il suo utilizzo anche futuro. Questo rappresenta un patrimonio unico e trasversale per il sistema di ricerca del nostro Paese.

“La possibilità di mettere le nostre tecnologie per la gestione dei dati al servizio delle attività di ricerca e technology transfer della Fondazione IIT rappresenta una grande opportunità – spiega Marco Ballan, Principal Infrastructure Sales Manager Ibm Italia – Siamo onorati di poter accompagnare il sistema informativo dell’IIT nel suo percorso volto a garantire una sempre maggiore sicurezza dei dati, la loro archiviazione a lungo termine e la possibilità di utilizzarli su infrastrutture cloud ibride condivise con le istituzioni e le aziende che collaborano con la ricerca della Fondazione”.

Verso l’Open Science

L’IIT sta sviluppando internamente software che consentiranno ai suoi ricercatori, ma anche a team di ricerca di altre istituzioni – nell’ottica dell’Open Science – un accesso facile, rapido, sicuro ed efficace ai dati necessari per le sperimentazioni che poi possono essere analizzati grazie a machine learning e algoritmi di intelligenza artificiale. In questo senso l’IIT ha potenziato anche l’infrastruttura di calcolo principale, il supercomputer Franklin – anch’esso progettato e realizzato da E4 – che ha una velocità superiore ai 2 Petaflops, ovvero è in grado di eseguire più di 2 milioni di miliardi di operazioni al secondo , grazie ai suoi 83 nodi e alle 288 GPU (Graphic Processing Unit – unità di elaborazione grafica).

Innovazione nella gestione del dato digitale

“Con questa nuova infrastruttura tecnologica, l’architettura IT dell’Istituto compie un salto in avanti nella gestione del dato digitale, che rappresenta uno degli elementi più importanti nell’attività di produzione scientifica. Tra gli obiettivi è prevista una spinta nella gestione del dato Fair (Findable, Accessible, Interoperable, Resuable) secondo i principi dell’Open Science richiesti dalla Comunità Europea e dalle comunità internazionali di riferimento, e un uso più ampio di algoritmi di AI nell’analisi dei dati che porterà evoluzioni nel modo in cui alcune ricerche vengono condotte – sottolinea Stefano Bencetti, Direttore di Information and Communication Technology dell’Istituto Italiano di Tecnologia – La soluzione Ibm Storage Scale consente all’IIT di avere una struttura dati con file system distribuiti tra le sedi e fornisce tutti i meccanismi avanzati per la gestione dei dati e dei metadati insieme alle funzioni per la protezione del dato stesso. Di particolare importanza è la possibilità di profilare i dati a seconda delle esigenze specifiche delle linee di sviluppo e ricerca dell’IIT e la possibilità di rendere più efficiente il trasferimento dei dati tra le sedi periferiche e quelle centrali, senza impatti sulle prestazioni delle normali operazioni di accesso ai dati grazie alla tecnologia NVMe integrata nei sistemi storage ed alla architettura software defined storage. Il risultato finale è un’infrastruttura innovativa distribuita su tutto il territorio nazionale, connessa e dotata di strumenti di analisi e gestione avanzata dei dati che permetterà ai ricercatori del network IIT di affrontare le esigenze attuali per i progetti in corso ma anche le future esigenze che dovranno essere comunque realizzate.

“La partnership con l’IIT si è consolidata nel corso degli anni e siamo onorati che ci abbiano scelto anche per questo progetto – una delle installazioni di storage più sofisticate e complesse oggi presenti in Italia – realizzata utilizzando le più recenti tecnologie Ibm – conclude Cosimo Gianfreda, ceo di E4 – Dopo aver collaborato alla messa in produzione di Franklin, siamo oggi orgogliosi di aver contribuito alla funzionalità di un sistema che consentirà al prestigioso IIT una gestione ottimale del ciclo di vita del dato prevedendo un trasferimento dei dati tra sedi periferiche e sede centrale”.

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