“L’emergere della nuova economia basata su piattaforme digitali, algoritmi e intelligenza artificiale ha reso inadeguato il sistema vigente di regole e regolatori”. Parola di Federico Mollicone, responsabile nazionale Innovazione di Fratelli d’Italia, capogruppo in commissione VII, componente della commissione di Vigilanza Rai nel libro “L’Italia in scena – La cultura, l’innovazione, la pandemia. Tre anni di battaglie fuori e dentro il Palazzo per costruire la Destra di governo” pubblicato dai Libri del Borghese, che comprende, oltre a una lunga intervista al deputato realizzata da Gian Marco Chiocci, una raccolta degli atti parlamentari di Mollicone, che ripercorrono il suo impegno su temi strategici per il Paese, dal digitale alla gestione dell’industria culturale.
Meloni: “Sovranità digitale il nostro obiettivo”
Un fronte, quello dell’innovazione digitale e della sua regolamentazione, che sta particolarmente a cuore al partito guidato da Giorgia Meloni. Non a caso nella prefazione Meloni ricorda come Fratelli d’Italia sia “in prima linea sul fronte della sovranità digitale. L’intelligenza artificiale, il diritto ad essere connessi e gli altri diritti digitali, l’etica degli algoritmi e del loro processo di sviluppo, il sostegno all’impresa innovativa, la necessità di una sempre più stretta connessione fra ricerca e impresa, il ruolo dello Stato e il rapporto con gli over the top, una più incisiva tassa sui servizi della Rete e la regolamentazione delle piattaforme”. Perché, scrive Meloni, “da patrioti, il nostro obiettivo è sempre lo stesso: difendere gli italiani e l’interesse nazionale, in ogni sua forma esso si declini”.
La regolamentazione degli algoritmi
Del resto, ricorda Mollicone nel libro, FdI sta presentando una legge quadro per la regolamentazione degli algoritmi, che possa evitare lo scivolamento verso il “dataismo”, il “capitalismo della sorveglianza”, la “singolarità”.
Ma come verranno declinati diritti digitali e sovranità digitale? “L’emergere della nuova economia basata su piattaforme digitali, algoritmi e intelligenza artificiale ha reso inadeguato il sistema vigente di regole e regolatori”, scrive Mollicone. Del resto, ricorda il deputato, “la regolamentazione delle piattaforme e degli algoritmi è una posizione storica di FdI: da sempre siamo favorevoli all’introduzione dei diritti digitali, ma allo stesso tempo riteniamo necessario garantire i diritti sulle piattaforme digitali. Non possiamo permettere l’“algocrazia”. L’uso di tecnologia dell’intelligenza artificiale deve essere regolamentato, sin dallo sviluppo, garantendo anche meccanismi sanzionatori in mancanza di ottemperanza alle norme imposte dall’autorità pubblica. Ben venga la collaborazione da parte delle piattaforme private, nell’ottica dell’autoregolamentazione, purché essa sia iscritta in un sistema di controllo pubblico, che non lasci alcuno spazio a possibili abusi, o speculazioni di natura ideologica come spesso avviene”.
Regole stringenti sui contenuti
E’ per questo che nella legge Fratelli d’Italia chiederà “garanzie affinché l’applicazione delle regole sulla rimozione di contenuti illegali venga bilanciata da un’adeguata salvaguardia della libertà di espressione e dalla preservazione del diritto di ricorso, per evitare che contenuti legittimi vengano impropriamente rimossi dalla rete”.
D’altra parte il regolamento europeo, ricorda Mollicone, “cita espressamente la tutela dei diritti fondamentali nello spazio cibernetico nel paragrafo 3.5 e una netta condanna del cosiddetto “credito sociale” che l’autoritarismo cinese usa come meccanismo di controllo. In occasione del primo maggio, abbiamo manifestato di fronte Amazon appunto per chiedere il superamento della logica dell’algoritmo”.
Chi domina il digitale
Fratelli d’Italia, sostiene Mollicone, “sa guardare avanti”. E s’interroga sulla “sovranità digitale” dei grandi dominatori del mondo digitale – che ha sostituito l’internazionalismo socialista dei secoli scorsi − per rivendicare la “sovranità digitale” da parte degli Stati.
“Ormai – dice il deputato – esiste una geopolitica digitale, ormai le guerre si fanno con le informazioni e i big data, con l’intelligenza artificiale, ormai abbiamo grandi potenze come la Cina che controllano e applicano il controllo sociale come in Uguristan, come in tutta la Cina, come appunto fanno con le popolazioni uigure che hanno il solo torto di essere musulmane e, quindi, vanno rinchiuse nei campi di concentramento o con la popolazione di Hong Kong che ha il solo torto di richiedere la libertà che c’è in Occidente”.
Ebbene, dice Mollicone, “sulla sovranità digitale passerà la credibilità dell’Italia e dell’Europa rispetto alle grandi nazioni ed è vero che questa battaglia è stata sostenuta anche dalla maggioranza ma siamo stati i primi a portarla avanti e per questo la rivendichiamo con forza in questa sede e in questo momento”.
Come difendere la sovranità digitale
La sovranità digitale italiana va difesa: in particolare, spiega il deputato, “va difesa l’editoria nazionale contro le modalità predatorie delle piattaforme digitali dei grandi over the top che qualcuno, anche all’interno della maggioranza, ogni tanto difende. Da qui il manifesto per la difesa della sovranità digitale − in cui chiederemo una riforma totale dell’autorità così da poter affrontare le sfide della contemporaneità”.
Ridefinire il ruolo di Cdp
Anche sul terreno startup Mollicone ha le idee chiare: “Abbiamo presentato emendamenti per l’introduzione dei termini di sospensione dei contributi e delle tasse anche per le Pmi innovative; misure di agevolazioni per i marchi d’impresa; una ridefinizione del ruolo di Cassa depositi e prestiti all’interno della più ampia normativa sul golden power per salvaguardare i nostri gioielli dell’innovazione, ora in grande difficoltà, che rischiano di essere predati; l’introduzione, a fronte dell’uso massiccio del lavoro agile da parte delle aziende e della pubblica amministrazione, di un credito d’imposta per gli investimenti in sicurezza informatica e l’utilizzo dei fondi del ministero per l’Innovazione per la finalizzazione dei progetti di banda ultralarga”.