L’outsourcing spinge il mercato italiano della logistica e mette al centro della scena i professionisti 4.0. Emerge dalla ricerca dell’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” della School of Management del Polimi presentata oggi all’Auditorium MiCo di Milano nel corso del convegno “Tecnologia, organizzazione e competenze: la svolta per una Logistica 4.0“.
La fotografia mostra un settore in fermento, che dovrà però affrontare la sfida dei dati per stare al passo con i tempi: in particolare serve che gli operatori si pongano non solo come gestori di flussi fisici, ma anche, dice Marco Melacini, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics, come “garanti della qualità dei flussi informativi per i processi interni e lungo la filiera”.
La Contract Logistics conferma la sua crescita nel 2018, con un fatturato previsto di 84 miliardi di euro, il 41,7% delle attività logistiche complessive, in crescita dello 0,7% rispetto al 2017. Si consolida in questo modo il trend positivo degli ultimi cinque anni (+0,6% nel 2018, +1,3% nel 2017, +1,7% nel 2016, +0,7% nel 2015).
Si stima per il 2019 un ulteriore lieve aumento del fatturato che a fine anno dovrebbe raggiungere quota 84,5 miliardi di euro, anche se con un rallentamento del trend a causa dell’incertezza nel quadro nazionale ed internazionale. Il fermento del settore è testimoniato da 76 di operazioni di fusione e acquisizione nel periodo 2015-2019 che hanno coinvolto fornitori di servizi di logistica internazionale (41% dei casi) e nazionale (59%), con oltre 500 milioni di fatturato complessivo delle aziende acquisite nel corso dell’anno. Sono i grandi operatori a trainare il fatturato grazie a un incremento del 6,3% dal 2016 al 2017, mentre la redditività rimane stabile al 3,9%.
Logistica, ecco le digital skill richieste
Sempre più diffuse le tecnologie per la Logistica 4.0 che automatizzano attività di trasporto e di magazzino e permettono l’acquisizione di dati, spingendo la domanda di nuove competenze soprattutto per l’analisi dei dati, l’automazione e l’intelligenza artificiale. I fornitori di servizi logistici iniziano a inserire profili 4.0 come Big Data Analyst, Digital Transformation Manager, Informatico logistico, Informatico dell’automazione, Innovation manager e AI Specialist.
Cresce inoltre l’attenzione alla sostenibilità, con diverse soluzioni di efficienza energetica nei magazzini come l’introduzione di carrelli con batterie agli ioni di litio, l’uso di sistemi di ricarica batterie ad alta frequenza, sensori per il rilevamento del movimento e soluzioni per l’isolamento termico.
Nel subappalto per la gestione dei magazzini prevale ancora il ricorso alla cooperativa (scelta dal 50% di aziende che si affidano a una sola soluzione), ma aumenta l’eterogeneità dei modelli adottati: il 70% degli operatori oltre alle cooperative sceglie di aumentare il personale dipendente, si affida a Agenzie per il Lavoro o Srl. La scelta del modello organizzativo di subappalto ha ripercussioni su molti aspetti sulla modalità di gestione dell’appalto, come la visibilità sull’operatività e l’assenteismo, la certezza sul pagamento dei contributi e la flessibilità.
Il peso della logistica in outsourcing
La spinta della logistica in outsourcing raggiunge un valore di 47,5 miliardi di euro (+2,2 miliardi sul 2016) e rappresenta il 41,7% delle attività logistiche (+12,9% rispetto al 2009). La Strategic Contract Logistics, cioè l’esternalizzazione di una parte rilevante del processo logistico a un unico fornitore, cresce più del mercato complessivo (+17,5% in otto anni), toccando quota 9,6 miliardi di euro su un valore totale del mercato logistico pari a 113,8 miliardi di euro.
“La logistica si conferma un settore in fermento, con fatturato e volumi in crescita, spinto da soluzioni per l’efficienza energetica e applicazioni di Logistica 4.0 – afferma Melacini -. Per cogliere le opportunità della rivoluzione 4.0 è necessario lavorare su nuovi modelli di organizzazione aziendale e sulla gestione delle informazioni”.
“Serve un’evoluzione delle competenze già presenti in azienda, soprattutto nei ruoli decisionali – aggiunge Damiano Frosi, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics -. Ma focalizzarsi sulle tecnologie non è più sufficiente per rispondere alle sfide del mercato: la capacità di unire tecnologia e organizzazione è la base per la logistica di domani”.
“L’innovazione tecnologica ha un valore che va oltre l’efficienza o l’efficacia delle singole attività – sottolinea Elena Tappia, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics -. Può diventare un fattore abilitante per modificare o fare evolvere prassi consolidate, per cui si torna a parlare di collaborazione fra filiere, dopo un periodo di forte accento sulla specializzazione merceologica”.
Logistica: gestione dei dati il fattore strategico
La diffusione della Logistica 4.0 passa dalla cultura del dato nelle organizzazioni e il ruolo della funzione IT oggi diventa fondamentale: nel 20% delle aziende logistiche l’incidenza del budget IT sul fatturato è superiore al 10% e in crescita, il 32% ha aumentato le risorse IT negli ultimi cinque anni (con una crescita media del 42%).
Tra i fornitori di servizi logistici i ruoli che stanno cambiando maggiormente sono legati alle attività di magazzino e trasporto, come l’ingegnere logistico (per il 76% del campione), il gestore fornitore di rete (55%), l’autista (45%), il planner dei trasporti (41%) e il site manager (34%). Gli altri profili più coinvolti dalle trasformazioni del settore sono il Solution Designer (lo sviluppatore dei progetti dei committenti, 55%), il Direttore IT (38%) e il Direttore HR (24%).
Tutte le figure devono però migliorare la capacità di innovare i processi e prendere decisione basate sull’analisi dei dati per poter sfruttare al meglio le opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Così, il site manager dovrebbe concentrarsi su competenze Ict generali (30%), analisi dei dati (33%) e monitoraggio delle prestazioni attraverso le metriche (44%), mentre il planner dei trasporti dovrebbe valorizzare la raccolta automatica e in tempo reale delle informazioni. L’abilità di innovare è richiesta all’ingegnere logistico (76%), al direttore IT (50%) e al site manager (41%). Il solution designer deve saper creare soluzioni replicabili, coerenti con la visione aziendale e l’integrazione dei processi, mentre per i ruoli direttivi è indispensabile la visione strategica.