Il 2016 conferma la crescita del settore della Contract Logistics in Italia, che raggiunge 79,8 miliardi di euro di fatturato, +1,2% in termini reali, dopo due anni di segno positivo (+2,6% nel 2015 e +1,4% nel 2014) sostenuti dall’aumento del traffico merci, dal trend di crescita delle vendite all’estero e da una tiepida ripresa del Pil.
Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Contract Logistics della School of Management del Politecnico di Milano presentata questa mattina al convegno “L’innovazione tecnologica e digitale per una Logistica sempre più smart”.
Il calo del numero di aziende nella logistica conto terzi del periodo di crisi (-14% dal 2009 al 2013) si è arrestato: nel 2014 le aziende sono poco più di 97mila tra autotrasportatori, corrieri, gestori di magazzino, operatori logistici, spedizionieri, gestori di interporti/terminal intermodali e operatori del trasporto ferroviario/combinato strada-rotaia. Migliorano le prestazioni economiche e finanziarie dei Top Player che nel 2014 presentano un Ebitda/fatturato medio in crescita dal 3,5% al 4,3%. E, dopo il rallentamento del 2013, ricomincia a crescere la terziarizzazione che rappresenta il 40% delle attività logistiche del 2014: su un valore complessivo della logistica pari a 109 miliardi in Italia, il mercato della Contract Logistics (il fatturato degli operatori al netto del valore del subappalto) è pari a 43,5 miliardi di euro.
In questo contesto, si evidenziano alcuni importati cambiamenti: nella distribuzione dell’ultimo miglio in città si affermano nuove iniziative “green”, come la consegna in bicicletta o con veicoli elettrici, abbinate a servizi aggiuntivi che rispondono a esigenze specifiche dei consumatori, mentre si espandono i network di distribuzione di fronte a ordini sempre più piccoli e alla necessità di una rete estesa e capillare. Ma soprattutto continua la rivoluzione digitale del settore: su soluzioni come Smart glass, Workflow scheduling, Load building, Rfid, Sensoristica, Dematerializzazione e digitalizzazione documentale per il trasporto, piattaforme collaborative e Logistics App si concentra l’interesse delle aziende, impegnate anche nel cogliere la sfida dell’omnicanalità che comporta importanti trasformazioni sui modelli logistici applicati.
“Dalla ricerca emerge il quadro di una logistica sempre piu` complessa per l’aumento della gamma, la frammentazione degli ordini, la disomogeneità delle richieste dei consumatori e dei punti vendita, ma che grazie alle nuove tecnologie diventa sempre piu` ‘smart’ – afferma Gino Marchet, Direttore scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics – Il digitale, nell’epoca della quarta rivoluzione industriale, è un elemento quasi imprescindibile per migliorare l’efficienza e l’efficacia dei processi, in particolare grazie ad un utilizzo sempre più intelligente e tempestivo delle informazioni. E l’interesse espresso da aziende committenti e fornitori di servizi logistici per le nuove tecnologie testimonia la voglia del settore di innovare e di avere un atteggiamento positivo rispetto a queste opportunità”.
I principali trend. Tra i principali trend del settore evidenziati dalla ricerca, si denota in particolare lo sviluppo di iniziative “green” nella distribuzione dell’ultimo in ambito urbano, spesso abbinate a servizi aggiuntivi. Ad esempio, la distribuzione dei prodotti in una rete di negozi, l’installazione dei prodotti e l’accesso in aree urbane ad accesso limitato grazie a mezzi a basso impatto ambientale come biciclette o veicoli elettrici. In questa rivoluzione “green” sono coinvolti Pony Express, operatori del settore con soluzioni ad hoc, ma anche installatori che evolvono in provider logistici, fino a startup tecnologiche nate per aggredire nuove nicchie di mercato.
Emerge poi un’espansione complessiva dei network distributivi. Per i corrieri si tratta di un allargamento della rete interna, attraverso l’apertura di nuove filiali di proprietà (i principali corrieri del mercato stimano una crescita media del 5% di nodi del proprio network nei prossimi 4 anni). Per gli operatori logistici si osserva una leggera crescita del numero di Transit Point per azienda (aumenteranno da 15 a 17 nei prossimi 4 anni) principalmente tramite il ricorso a punti di terzi.
“Gli operatori logistici segnalano un calo dei volumi distribuiti negli ultimi anni, dovuto anche ad un maggiore ricorso alle consegne dirette – osserva Marco Melacini, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics -. Una situazione che li ha portati a concentrare i Transit Point di proprietà nelle aree con maggiori volumi di distribuzione come Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e ad integrarli spesso in piattaforme di stoccaggio. Laddove non esista una massa critica, si richiedono però economie di scala con l’accorpamento dei volumi di più operatori: questa situazione sta favorendo l’affermarsi di player molto forti a livello locale e partnership per la creazione di reti nazionali”.
L’innovazione tecnologica e digitale. La ricerca ha misurato il grado di interesse prospettico per 8 soluzioni tecnologiche innovative (Smart glass, Workflow scheduling, Load building, Rfid, Sensoristica, Dematerializzazione e digitalizzazione documentale per il trasporto, Piattaforme collaborative e Logistics App). Ed evidenzia come l’attenzione delle aziende si stia concentrando in particolare sulla visibilità dell’intero processo di distribuzione, una delle sfide storiche della logistica oggi resa possibile da soluzioni che permettono di ottenere maggiore tempestività per il 50% dei rispondenti e tracciabilità delle informazioni per il 24%, oltre a migliorare efficienza (50%) e qualità (27%) del processo di distribuzione. Senza tralasciare i benefici per l’immagine aziendale (29% per le Logistics App) e la conformità normativa (15% per la dematerializzazione e digitalizzazione documentale).
Le “piattaforme collaborative mobile” (e più in generale i mobile device) invece sono le tecnologie più promettenti per lo scambio di informazioni in tempo reale. Ma cresce l’interesse anche verso soluzioni che estendono il ruolo del WMS (il sistema di gestione del magazzino) dalla gestione informativa dei processi, alla pianificazione, controllo e ottimizzazione fino all’integrazione con il TMS (il sistema di gestione dei trasporti).
L’omnicanalità. In un contesto di forte cambiamento in cui le vendite online mostrano una crescita in doppia cifra, lo sviluppo di una strategia omnicanale porta le aziende tradizionali a riconfigurare i modelli logistici spesso anche attraverso sinergie con i canali di vendita tradizionali, diventate sempre più necessarie perché le iniziative siano sostenibili economicamente. “Dalla nostra indagine – dice Damiano Frosi, Ricercatore senior dell’Osservatorio Contract Logistics – emerge un mondo ancora in costruzione sul fronte omnicanale, in cui gli operatori sono alla ricerca di sinergie in tutte le fasi del processo: dalla gestione delle scorte, alla gestione del magazzino, fino alla distribuzione. In questa evoluzione il compito della logistica è rendere coerenti le scelte strategiche e operative affinché il processo sia davvero ‘smart’, utilizzando tutte le leve a disposizione, sia la tecnologia che i processi e le persone”.
La configurazione del modello logistico risente delle peculiarità degli specifici settori. La ricerca ne ha studiati tre: produttori alimentari, Gdo e retailer no food. I produttori del settore alimentare spesso percepiscono il canale eCommerce B2c come uno strumento per rafforzare il proprio brand, integrare la gamma ed aumentare le vendite del canale tradizionale, ma dal punto di vista logistico il canale tradizionale e l’eCommerce B2c risultano ancora separati. Nella Gdo diverse grandi insegne hanno attivato il canale eCommerce B2c in risposta all’ingresso di nuovi competitor, con conseguenze sul sistema logistico nel coinvolgimento del punto vendita per l’attività di picking e in alcuni casi nella ricerca di sinergie tra canali in fase di distribuzione. Tra i Retailer no food invece l’eCommerce B2c è ormai ampiamente diffuso con volumi di vendita in crescita costante e nella logistica si osserva una forte ricerca di sinergie tra i diversi canali.
I volumi di vendita online spesso non sono ancora sufficienti a strutturare un network di distribuzione dedicato. Per questo, alcuni fornitori stanno sviluppando network ad hoc per supportare la crescita dell’eCommerce B2c, a partire dalle aree geografiche con maggior assorbimento di domanda (Milano, Roma e Torino rappresentano oggi il cuore delle consegne eCommerce).