Non c’è dubbio che la digitalizzazione del Paese è condizione necessaria per un vero recupero di competitività del sistema economico e per una gestione efficace del welfare nazionale. Stiamo parlando di un ripensamento profondo dei processi produttivi e delle offerte di servizio, fondato su un uso intelligente e ottimizzato delle tecnologie. Che si deve basare sulla disponibilità su tutto il territorio nazionale di infrastrutture digitali flessibili e sicure. Non possiamo infatti pensare all’innovazione digitale senza avere le ‘basi’, senza cioè disporre delle infrastrutture abilitanti e senza una adeguata alfabetizzazione. La realizzazione di una rete solida, resiliente, sicura, flessibile e dinamica, su cui innestare la trasformazione è il requisito di base. L’evoluzione tecnologica è sempre più rapida e disponibile, ma da sola non basta a garantire l’execution dell’innovazione.
L’Europa ha deciso di puntare verso lo sviluppo delle Gigabit Society, basata su connettività in fibra, e del 5G. E per raggiungere questi obbiettivi occorre sempre più pensare a collaborazioni pubblico-privato, occorre agire in modo coordinato ed armonizzato al fine di valorizzare al meglio competenze, risorse ed investimenti. In Italia abbiamo tre piani nazionali di grande impatto per l’innovazione digitale, il piano Banda Ultra Larga, il piano Crescita Digitale ed il Piano Industria 4.0, con disponibilità di ingenti risorse. Lo sforzo che tutti siamo chiamati a fare è quello di contribuire alla realizzazione di tali piani ma al tempo stesso è necessario lavorare affinché la strategia nazionale dell’innovazione digitale continui ad evolversi per tenere il passo dell’evoluzione tecnologica futura, che l’Italia dovrebbe tornare a guidare attraverso maggiori investimenti in Ricerca e Innovazione.