Si avvicina la prima missione di lunga durata assegnata dalla Nasa all’Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Luca Parmitano, l’astronauta italiano che il 28 maggio prossimo partirà a bordo della navicella Soyuz dal cosmodromo di Bajkonur, nella steppa del Kazakistan, è in Italia per una serie di incontri in vista del decollo, il prossimo maggio, verso la International Space Station (Iss, Stazione Spaziale Internazionale), del satellite artificiale abitabile in orbita intorno alla terra.
Durante la sua permanenza, Parmitano ha avuto e avrà molti appuntamenti, soprattutto con gli studenti dei convitti nazionali di Roma, Napoli e Torino, per raccontare la sua prossima avventura nello spazio.
Parmitano è il primo della nuova generazione degli astronauti dell’Esa (European Space Agency, Agenzia spaziale europea) ad essere stato assegnato a una missione sulla Iss ed è inoltre maggiore dell’Aeronautica Italiana. La missione, che si chiama “Volare” (nome fortemente evocativo dell’Italia nel mondo), punta a promuovere il futuro dell’esplorazione spaziale dell’Europa e dell’Italia. Parmitano resterà in orbita per sei mesi.
Questa opportunità di volo è stata assegnata all’Asi dalla Nasa e nasce da un Memorandum bilaterale diretto Nasa/Asi, in base al quale Asi ha fornito all’ente spaziale statunitense tre moduli pressurizzati abitativi (Mplm – Multi Purpose Pressurized Module) e il Pmm (Permanent Multi Purpose Module) per la Iss. Durante la missione, l’astronauta italiano sarà impegnato in più di 20 esperimenti scientifici per Esa e Asi, molti dei quali sono basati sul know how italiano: dovrà svolgere come membro di equipaggio della Iss un’ampia e articolata attività di sperimentazione, pianificata dal crew office della Nasa.
“Mi sento un privilegiato – ha detto Parmitano all’Agi – ma sono frutto del sistema italiano. Ho frequentato scuole in Italia, sono pilota dell’Aeronautica e dell’Esa e ho avuto la grande opportunità dall’Italia di poter intraprendere il sogno che ho cullato sin da bambino: volare. In pochi sanno che il 40% dei pezzi della parte abitabile dalla Stazione Internazionale Spaziale sono costruiti in Italia”.
“Nel corso della missione di sei mesi cercheremo di studiare il corpo umano e i suoi effetti fisiologici in microgravità” afferma l’astronauta siciliano che in oltre due anni si è preparato allo Star City, alle porte di Mosca, e al Johnson Space Center di Houston della Nasa. Nei suoi ruoli ci sono, tra gli altri, quello di comandante in caso di emergenza e quindi di attracco con la stazione internazionale.
Franco Malerba fu il primo austronauta italiano ad andare in orbita il 31 luglio 1992. Altri connazionali che negli ultimi 20 anni si sono cimentati in imprese spaziali sono Roberto Vittori, Umberto Guidoni, Paolo Nespoli e Samantha Cristoforetti.