Investimenti per 4,2 milioni di euro fino al 2014 in ricerca nella filiale di Napoli, su progetti che guardano allo sviluppo di soluzioni di web semantico e mobile. L’apertura di una sede a Milano, per esplorare nuove opportunità di business al Nord nel segmento Finance e delle amministrazioni locali. Queste le due iniziative messe in campo nel 2011 dalla romana Eustema, società di consulenza e ingegneria del software, che ha chiuso l’anno scorso, “annus horribilis” dell’IT italiano in contrazione del 3,6% secondo dati Assinform, con un valore della produzione di 40,3 milioni di euro (+3%) e utili netti vicini a 1,2 milioni di euro (+10%). “Il new deal è questo, lavorare di più per portare a casa una crescita del 3% – dice Enrico Luciani, amministratore delegato di Eustema – chi non lo capisce esce dal mercato. In passato crescevamo molto di più”.
Il core business di Eustema resta la PA centrale, che rappresenta il 60% dei ricavi, “ma il nostro obiettivo è quello di diversificare le fonti di business – dice Enrico Luciani – per questo puntiamo sulla ricerca a Napoli e sul Finance a Milano”. Nel 2012 l’azienda capitolina conferma i target di crescita del 10% di crescita del fatturato. “Ad oggi è così – dice Luciani – abbiamo un portafoglio che ci dovrebbe permettere questi tassi di crescita. Sarà importante capire come si concretizzeranno le attività indicate dal Governo in tema Agenda Digitale di innovazione tecnologica spinta, sotto forma di progetti e di iniziative. Se le attività andranno avanti potrebbe esserci forte crescita nel 2013. Soprattutto se arriveranno i finanziamenti per il centro Nord annunciati nelle scorse settimane”.
Nella parte di ricerca, Eustema sta lavorando ormai da due anni su Napoli, per far sì che “la nostra filiale nata da iniziative di mercato legate alle telco, in particolare con Telecom Italia, possa diventare il punto di riferimento per l’R&D del gruppo, anche prendendo spunto dai finanziamenti che sulla Campania sono molto più facili da ottenere rispetto al Centro Nord, al di là di quello che dovrebbe succedere nelle prossime settimane”, precisa Luciani.
Da fine 2010 l’azienda ha attivato dei progetti passati al vaglio del Mise e approvati sul mondo del web, in particolare su web semantico e social web: motori di ricerca, database, semantica e mobile. Dopo il via libera nella scorsa estate, la società capitolina ha inserito 25-30 persone a Napoli, dove opera su quel filone, con l’intenzione di potenziare le attività con i nuovi finanziamenti che sono stati recentemente annunciati nel pacchetto per il Sud.
Un’altra mossa strategica di Eustema è stata l’apertura l’anno scorso di un ufficio commerciale a Milano, per esplorare nuove opportunità di business nel mercato delle amministrazioni locali e del Finance. “Il momento non è dei migliori, ma abbiamo deciso di muoverci controcorrente e abbiamo aperto una sede commerciale a Milano – dice Luciani – l’obiettivo è quello di diversificare l’offerta e esplorare nuove opportunità di mercato”. La sede milanese è operativa dall’ultimo quarter del 2011 e sta avviando le sue prime attività, che a oggi riguardano l’offering, la presentazione della società e l’analisi del mercato al Nord, che ovviamente è molto diverso da quello romano che Eustema conosce bene visto che il suo core business è l’amministrazione centrale. Una sfida interessante quella milanese, “che considero salutare e ci obbliga a cambiare paradigma in un periodo di crisi – aggiunge l’amministratore delegato – si tratta di una mossa destinata ad accrescere il valore qualitativo della nostra società nei prossimi anni e ci stimola ad aprire nuovi mercati”.
Negli ultimi tre anni l’azienda ha messo in atto una profonda spending rewiev ridisegnando l’organizzazione interna, definendo maggiormente le competenze – web, business intelligence, enterprise applications – per curarle al meglio. Le attività sono state poi organizzate in business unit, rifocalizzando le competenze e l’organizzazione dei manager. “Abbiamo aperto una nuova direzione focalizzata sui servizi innovativi a Milano – precisa Luciani – abbiamo disaggregato tre funzioni, mercato, competenze e innovazione, riorganizzando le attività dei manager”.