Il nuovo Esecutivo deve dimostrare la capacità e la volontà di intervenire a favore di un settore che tutti gli analisti economici e un’intera classe politica sostengono essere strategico per la stessa sopravvivenza del sistema Paese prima ancora che per la sua competitività. In tale ottica appare necessario agire urgentemente ed organicamente sia su leve di tipo economico sia su aspetti normativi e regolamentari. Dal punto di vista economico è da auspicare che la chiusura della procedura d’infrazione Ue per il deficit eccessivo dell’Italia si traduca in un “responsabile” allentamento del patto di stabilità, con la conseguente liberazione di risorse per lo sviluppo.
È fondamentale e non più procrastinabile l’emanazione dei decreti attuativi con cui rendere operativi i provvedimenti previsti dall’Agenda Digitale, mettendo una volta per tutte l’Agenzia per l’Italia Digitale in condizione di operare, semplificandone la governance anziché frammentandola. Se è vero poi che le Pmi rappresentano il 99,9 % del tessuto produttivo italiano (3.813.805 su un numero totale di aziende pari a 3.817. 058), e che da esse dipende l’occupazione di oltre l’80% della nostra forza lavoro (fonte Commissione Europea – Impresa e Industria), è davvero arrivato il momento di garantire loro una concreta possibilità d’accesso ai bandi pubblici, finora ad esclusivo appannaggio di grandi multinazionali o delle pochissime aziende italiane di dimensioni equivalenti.