Fin dal 1967 il Freedom of Information Act (Foia) in Usa ha garantito ai cittadini il diritto di poter essere informati sull’operato del proprio governo anche grazie all’accesso a documenti pubblici che le agenzie federali sono tenute a comunicare a meno che la richiesta non rientri in una delle esenzioni che proteggono interessi come la privacy personale, la sicurezza nazionale, e le forze dell’ordine (Fonte: www.foia.gov).
In Italia non esiste ancora un Foia ma la società civile italiana ha attivato il progetto Foia4Italy (http://www.foia4italy.it/) proprio con lo scopo di ottenere strumenti e norme che garantiscano trasparenza dei dati e delle informazioni senza l’obbligo di motivare la richiesta e senza le restrizioni (se non quelle legate a sicurezza o privacy) dell’attuale normativa sulla trasparenza come la L.241/90.
Si tratta di uno standard adottato da più di 90 paesi e che il nostro paese si sta accingendo ad adottare. Già nel 2014, nel discorso di insediamento, il premier Renzi aveva dichiarato la propria intenzione a normare in tal senso. La Ministra Madia a novembre 2015 ha annunciato di aver introdotto il principio del Foia nella Riforma della Pubblica Amministrazione dichiarando che presto sarebbe diventato norma per portare l’Italia ad avere tra le legislazioni più innovative in tema di trasparenza. Durante l’incontro con l’inventore del web, Tim Berners Lee, la Ministra ha inoltre dichiarato “combattiamo corruzione, sprechi ma soprattutto riavviciniamo Stato e cittadini”.
Il citato progetto Foia4Italy ha lanciato una petizione firmata da più di 40.000 persone per richiedere un Foia anche in Italia basato su 10 punti ritenuti irrinunciabili (http://www.foia4italy.it/i-10-punti-irrinunciabili-per-un-freedom-of-information-act/).
Durante la Consulta permanente per l’Innovazione organizzata da Stati Generali dell’Innovazione (www.statigeneralinnovazione.it) in occasione della giornata internazionale contro la corruzione, alcuni parlamentari si sono impegnati a richiedere alla Ministra Madia di avviare una consultazione pubblica sul Foia prima della loro trasmissione in Parlamento.
Che sia la volta buona?
In realtà poco si sa sullo stato di avanzamento della normativa salvo voci che parlano di revisioni che diminuirebbero la forza del Foia e purtroppo i tempi continuano a slittare.
Si dice che l’ottimismo sia il sale della vita, ma la società civile continua a vigilare.