Se è ancora troppo presto per i bilanci, certamente si può anticipare che il 2016 si candida a essere un anno di svolta per l’ecosistema delle imprese innovative. Nel primo semestre è stata superata la cifra investita in startup in tutto il 2015. A fine luglio il numero delle startup innovative era già il doppio rispetto al 2014. Gli incubatori d’impresa si espandono, mentre cresce l’attenzione delle aziende tradizionali, anche se a investire è più spesso l’imprenditore e non l’impresa. L’Italia delle startup si sta irrobustendo ma va ancora sostenuta con convinzione, anche perché sul mercato dell’innovazione si affacciano nuovi competitor.
Ecco, la politica economica. Su questo fronte i segnali non sono sempre rassicuranti. Le semplificazioni vanno avanti a singhiozzo, come dimostra la telenovela della costituzione di una società on line, senza il notaio. Così come le liberalizzazioni, visto che la discussione in Parlamento del ddl sulla concorrenza è stata ancora una volta rinviata dopo la pausa estiva. Per settembre il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha promesso un riordino degli incentivi e dei finanziamenti per le startup. Ci aspettiamo quindi un autunno di decisione sagge e lungimiranti.