L’utilizzo di Twitter per la comunicazione corporate da parte delle cento maggiori aziende italiane è in crescita, quasi il triplo degli account in più rispetto al 2010. Ma soltanto un terzo dei profili ha un’interazione con gli utenti, cioè risponde a commenti o domande, e poco più della metà presenta retweet di altri utenti. E’ quanto emerge da uno studio condotto a gennaio dalla società di analisi Lundquist, per mappare a livello italiano come le aziende stiano utilizzando Twitter per costruire la loro web reputation corporate.
In base allo studio, sono 29 su 100 le società italiane con un profilo legato a tematiche corporate o di branding. La tendenza è quella di creare più account dedicati a diverse tematiche, dagli account “tuttofare” di gruppo, a quelli verticali per tema (come responsabilità sociale ed employer branding), a quelli dedicati ad iniziative specifiche o di branding.
Nella maggioranza dei casi, aggiunge lo studio, Twitter viene utilizzato ancora in modalità “push”, come un ulteriore mezzo per rilanciare informazioni sulla società prodotte per altri canali, “non sfruttando a pieno la parte “social” di condivisione e confronto”.
In generale, dallo studio emerge che 29 delle 100 maggiori società italiane hanno una presenza corporate o di branding su Twitter; in totale, sono stati analizzati 54 account totali analizzati, di questi 23 sono profili di gruppo “tuttofare” caratterizzati dalla pubblicazione di una varietà di contenuti; 10 account sono dedicati alla comunicazione di contenuti verticali su un’area specifica come employer branding, investor relations o attività di responsabilità sociale; 21 sono i profili legati a sponsorizzazione o iniziative speciali (sponsorizzazioni sportive, culturali and musicali, iniziative “educational” ecc.); solo 18 su 54 profili hanno un’interazione con gli utenti, rispondendo a commenti o domande.
La ricerca su Twitter è la sesta e ultima parte del Lundquist Social Media Awards 2012, una serie di studi sulle modalità di utilizzo dei social media per la comunicazione istituzionale. Lo studio è composto da diverse micro-ricerche verticali dedicate a specifici canali. Gli studi precedenti hanno analizzato la copertura da parte di Wikipedia delle maggiori aziende italiane, l’uso delle piattaforme di professional networking (in primis LinkedIn), i canali di file sharing (YouTube, SlideShare, Flickr e Pinterest) e l’utilizzo dei social media da parte del top management aziendale.