M-health: il 2015 sarà l’anno delle app, le aziende scaldano i motori

Start up e Pmi in pole per lo sviluppo di servizi mobili dedicati alla salute e al benessere. La carica dei wearable device

Pubblicato il 27 Gen 2015

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L’invecchiamento della popolazione, l’aumento dei costi sanitari e la sempre maggiore disponibilità di tecnologie emergenti stanno spingendo i medici a utilizzare soluzioni innovative per fornire le cure ai loro pazienti. Per monitorare il numero crescente di pazienti affetti da malattie croniche o tenere d’occhio le persone in fase di riabilitazione fisica, si punta ora a fare in modo che essi possano ricevere assistenza nella comodità della propria casa. La convergenza della tecnologia mobile, cloud computing, wireless a banda larga e indossabili ha introdotto molte nuove possibilità nel mercato.

Una ricerca condotta da Research2Guidance – una azienda di consulenza e ricerche di mercato che fornisce ricerche, relazioni, studi e consulenze sul mercato delle applicazioni mobili – ha cosi confermato che il 2015 sarà l’anno delle app per la salute, analizzando i dati dell’anno passato e proiettandoli in un trend per gli anni a venire.

“Nel 2014 le app per il fitness e la salute presenti negli app store, complessivamente, hanno superato le 100.000 unità, più del doppio di quelle esistenti 2 anni e mezzo fa”.

La ricerca, inoltre, indaga la natura di queste ed evidenzia che la maggior parte delle app mhealth sono dedicate al fitness, precisamente più del 30% delle app di tutti gli app store sono destinate al monitoraggio dell’attività fisica oppure guide ed esercizi.

Le mhealth app dedicate ai dottori per la consultazione medica sono il secondo gruppo con oltre il 16%. Con il 15,5% ci sono le app dedicate al benessere in generale (meditazione, yoga, soluzioni per il rilassamento, etc.), mentre quelle dedicate all’alimentazione sono il 7%.
Mentre per tutte le altre attività, come il monitoraggio da remoto, alert e reminder per appuntamenti, medicine, esami, diagnostica, e altro raggiungono percentuali molto piccole.

Negli anni passati, i guadagni del mercato dell’mhealth sono cresciuti in modo costante, sebbene su di un livello piuttosto basso. Nonostante lo sprint di crescita stia aumentando, il mercato m-health resta ancora un mercato di nicchia ma questa è una storia destinata a cambiare nei prossimi anni…”

Questa ricerca non è in contrasto con la definizione che l’organizzazione mondiale della sanità da della salute: “ uno stato di benessere fisico, mentale e sociale”.

Il recente appuntamento annuale del CES (Consumer Electronics Show) di Las Vegas ha confermato questa tendenza, centrale il ruolo dell’Internet of Things, con la rapida diffusione di componenti minuscoli, potenti e intelligenti, installabili praticamente su qualsiasi oggetto si desideri controllare, con i cosiddetti wearable device, i dispositivi intelligenti indossabili, con prospettive interessanti soprattutto nel settore della sanità, dove si aprono possibili ripercussioni in ottica di e-health. Siccome la diffusione della banda larga wireless e dispositivi mobili intelligenti continua a crescere a livello globale, la fornitura di cure mediche di qualità sarà a disposizione dei pazienti di tutto il mondo. La possibilità di contare infatti su strumenti affidabili per il monitoraggio a distanza dei parametri vitali, presenta le carte in regola per aumentare l’efficacia dell’assistenza sanitaria senza gravare su studi medici, ospedali e pronto soccorso.

In un mio precedente articolo ho commentato le soluzioni sviluppate dalle grandi aziende, ma al CES era possibile assistere a dimostrazioni di tante soluzioni innovative sviluppate da PMI e Startup. Una di queste, che mi ha molto colpito, è Sensoria, una piccola azienda costituita dal mio ex collega in Microsoft, Davide Vigano, uno dei tanti cervelli italiani che ha deciso di sviluppare la sua attività a Seattle, negli Stati Uniti.

Sensoria si è posta un quesito importante ma apparentemente legato al solo ambito sportivo :“Stai correndo correttamente?”, le statistiche dicono infatti che oltre il 65% dei corridori ogni anno si fa male, e la gente ancora non sa perché. L’azienda ha intervistato tanti corridori, ma ha anche sentito ciclisti e tanti altri sportivi.

E ha sviluppato dei “calzini intelligenti” che, una volta indossati, aiutano a migliorare la modalità della corsa. La calza intelligente sarà in grado di dire quanto velocemente e quanta distanza si è percorsa, ma anche quanto bene si sta correndo. Basta abbinare i calzini allo smartphone e lanciare l’applicazione per cellulare. Il Coach virtuale all’interno della app controlla costantemente il modulo in esecuzione e fornisce durante la corsa un feedback in tempo reale attraverso segnali audio e video, riportando calorie, distanza, salita, discesa, altitudine, velocità, passi, etc, evidenziando anche la modalità con la quale il piede – e quale sua parte – “ atterra” sulla terra.

In futuro, si spera di aggiungere i dati della iperpronazione, quando il piede ruota su un lato dopo l’impatto sul terreno invece di cominciare la fase di spinta. Questo causa una tensione eccessiva al piede, alla zona tibiale e al ginocchio e può causare dolore nelle zone interessate. Ciò potrebbe comportare possibili lesioni più gravi in futuro. L’uso del calzino intelligente permette cosi di ridurre il rischio di lesioni.

Ma il calpestio, più precisamente l’andatura, la dice lunga sull’attuale stato di salute, se è l’insorgenza della sclerosi multipla o altre malattie neurologiche. Anche se si è usato correttamente il cocktail quotidiano di farmaci, o se sono ancora efficaci oggi come quando sono stati prescritti. Alcuni medici riferiscono all’andatura come al sesto segno vitale, ma per misurare la deambulazione un paziente deve essere in ufficio e camminare una certa distanza all’interno di una certa quantità di tempo. Con le attuali tecnologie i dati possono essere raccolti nella vita quotidiana, ovunque si sia. Con il calzino intelligente si sarà, in futuro, in grado di automatizzare il sistema di monitoraggio e di allarme che è completamente a distanza.

Quello che è veramente innovativo, è che nella calza “non c’è alcuna componente di calcolo, senza elettronica stampata o memorie tradizionali: è 100% tessuto. Sensoria ha infatti creato una propria tecnologia che e’ affidabile, lavabile, morbida, una frazione di millimetro di spessore, e in grado di rilevare la pressione e la forza. I fili vengono inseriti tra gli strati di tessuto per ridurre il rischio di cortocircuito; il filo tessile è materiale conduttivo, capace di guidare la potenza della batteria ai sensori.”

Attualmente il calzino è in grado di sopportare 65 lavaggi, ma presto sarà in grado di gestire più di 100 cicli di lavaggio. Il cervello per il calzino è la “cavigliera”, un circuito flessibile, con bottoni magnetici vicino la caviglia che raccoglie i dati e li trasmette via Bluetooth e WiFi al dispositivo mobile e/o al cloud. I connettori magnetici agiscono come on e off. La calza raccoglie solo i dati quando si collega la cavigliera.

Ci sono sei sensori coinvolti, tre per calzino disposti in un triangolo, uno sotto l’alluce, uno sotto il mignolo, e uno nel tallone. La cavigliera include un accelerometro. Insomma, vengono raccolti un sacco di dati da una parte apparentemente banale dell’anatomia.

Sensoria fa altri indumenti bio-sensing, come t-shirt e reggiseni sportivi. Dal momento che tutti usano Bluetooth smart, e’ già possibile raccogliere tutti i dati provenienti da vari indumenti all’interno di un’unica applicazione, che consente di misurare la frequenza cardiaca, la temperatura e l’andatura. Questo apre una nuova generazione di applicazioni, non solo per il divertimento, ma anche di ricerca clinica significativa per applicazioni sanitarie correlate.

Ad esempio, in una soluzione dedicata al monitoraggio di anziani soli a casa, un accelerometro sarebbe in grado di dire se la persona è caduta, ma i sensori di pressione sul calzino sarebbero anche in grado di escludere un falso positivo. A quel punto un servizio di monitoraggio potrebbe inviare un’ambulanza.

A conferma del suo valore innovativo, Sensoria, con il sua calzino intelligente, ha vinto proprio questa settimana a Monaco di Baviera il prestigioso ISPO Communication Award 2015 nella categoria Mobile App, che nel mondo dell’attrezzatura sportiva è come l’oscar. Ed e’ pure l’ennesima conferma delle grandi capacità di sviluppare innovazione, tipico di molti talenti italiani, peccato che spesso si debba andare all’estero. Ma è un altro discorso.

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