IL TREND

Made in Italy, è l’agroalimentare la star delle ricerche da mobile

Il mananging director di Google per l’Italia, Fabio Vaccarono: “Aumentano in tripla cifra le persone che nel mondo cercano prodotti italiani online da smartphone. E le aziende presenti online possono avere un tasso di crescita 10 volte più alto di quelle offline”

Pubblicato il 08 Lug 2016

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“La quantità di persone che cerca prodotti relativi alla filiera dell’agroalimentare italiano nel mondo, e lo fa spontaneamente tutti i giorni, è in crescita in tripla cifra sui dispositivi mobili”. A evidenziarlo, citando le più recenti statistiche e le ricerche in circolazione, è Fabio Vaccarono, managing director di Google Italia, prendendo parte a “Il Mercato… in digitale”, iniziativa realizzata a Firenze insieme a Unioncamere e alla Camera di commercio del capoluogo toscano per presentare un progetto di digitalizzazione delle aziende agroalimentari del territorio.

“Uno dei grandi vantaggi della rete – prosegue Vaccarono – è dare la possibilità di fare esperimenti, piccoli progetti, di capire cosa sta funzionando, che tipi di reazione si ottiene in termini di ricerche, come ruota lo scaffale digitale se abbiamo deciso di vendere online, qual è la quantità di views che le nostre comunicazioni e il nostro racconto aziendale stanno cumulando sui mercati internazionali”.

Proprio in quest’ottica Google, all’interno del proprio progetto strategico per l’Italia, “da qualche anno ha intrapreso una serie di cantieri”, spiega Vaccarono, “Eccellenze in digitale” e “Crescere in digitale” con Unioncamere.

“E’ un filone che si pone come obiettivo quello di aiutare gli imprenditori a disegnare una piccola agenda digitale per la propria azienda, capitalizzando tutte le piattaforme esistenti sul potenziale dell’e-commerce ma non solo dell’e-commerce, perché poi oggi anche chi non vende in rete ha un potenziale di farsi trovare, di dare informazioni, di posizionare e fare storytelling magari attraverso il video del proprio prodotto”.

“Se oggi guardiamo i paesi del G20, il 25% della loro crescita economica anno su anno viene già oggi dall’economia digitale. Noi abbiamo visto che nello stesso ambito dello stesso settore, in uno studio che abbiamo effettuato con Unioncamere, se un’azienda decide di essere o non essere attiva sul digitale, può avere dei tassi di crescita dal proprio export anche in settori in crisi fino a 10 volte più alti di quelli che ha un’azienda che invece non fa niente sulla rete“.

Quanto all’Italia, “C’è ancora un gap importante – sottolinea Vaccarono – e la testimonianza di oggi è proprio quella del desiderio di unire le proprie forze sul territorio: la Camera di commercio di Firenze rappresenta veramente un’eccellenza da questo punto di vista”.

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