Strategia d’attacco per i mercati prioritari con una campagna di sensibilizzazione e di advertising tramite social network e blog e promozione dell’e-commerce come nuovo canale di business. Sono queste le due azioni “innovative” previste dal chiave Piano per la promozione straordinaria del Made in Italy e l’attrazione degli investimenti in Italia che si pone l’obiettivo di valorizzare l’immagine del Made in Italy nel mondo. Per il progetto, il cui decreto di attuazione è stato appena firmato dal ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, sono stati stanziati 260 milioni di euro.
Quattro gli obiettivi a cui mira il governo. Prima di tutto incrementare il volume dell’export di circa 50 miliardi, espandendo la presenza internazionale, in particolare nei Paesi in cui il potenziale è maggiore. Si punta poi ad umentare il numero complessivo delle imprese esportatrici, trasformando le aziende potenzialmente esportatrici in esportatrici abituali. Negli ultimi anni il numero medio di imprese che operano con l’estero si è aggirato intorno alle 200.000: nell’ambito di tale numero, si ritiene che potrebbe crescere di circa 20mila unità il numero delle imprese stabilmente esportatrici (tra le 70mila circa che ne hanno le potenzialità).
Contestualmente bisogna cogliere le opportunità legate alla crescita della domanda globale e all’incremento della classe media nei mercati emergenti, sempre più orientata verso modelli di consumo più vicini al modello di specializzazione produttiva dell’export italiano. Si stima una crescita della classe media mondiale di circa 800 milioni di persone nei prossimi 15 anni. Infine accrescere la capacità di intercettare investimenti esteri; si punta ad ottenere 20 miliardi di dollari di flussi aggiuntivi.
Per raggiungere questi obiettivi sono state identificate iniziative di supporto alle Pmi che vertono, come accennato sopra, alla promozione dell’e.commerce e all’utilizzo della Rete come strumeno di adv. Tra le altre azioni: potenziamento grandi eventi fieristici nazionali, per valorizzarne sia la funzione di vetrina del Made in Italy, sia l’efficacia nella finalizzazione di business; promozione in collaborazione con le principali catene distributive mondiali per sostenere l’ingresso dei prodotti italiani senza brand internazionale; attività promozionali ad ampio raggio, soprattutto in favore delle produzioni agricole ed agroalimentari, con particolare attenzione all’Expo.
E per attrarre investimenti esteri si punta a mettere in campo roadshow specificamente mirati alla presentazione delle opportunità Paese, all’assistenza tecnica all’operatore estero e al suo radicamento sul territorio. All’interno dell’Ice verrà creato un sistema di Customer Relationship Management per gli investitori esteri e un database degli investitori internazionali; formazione del personale.
“E’ in corso una profonda riorganizzazione dell’Ice Agenzia – soprattutto per rafforzare l’orientamento all’utenza/PMI e il coordinamento dell’attività di attrazione degli investimenti – che ha già fatto registrare risultati in termini di maggiore efficienza e contenimento di costi – spiega una nota del Mise – Sul piano dei servizi finanziari, l’esigenza di poter disporre di una moderna ExImBank è avvertita da più parti ed è un tema attualmente all’esame del Parlamento”.
Nel triennio 2015 – 2017 le attività saranno concentrate in Usa e Canada, Cina, Paesi del Golfo, dell’Africa sub sahariana, dell’Asia centrale; i Paesi dell’Alleanza del Pacifico, Cuba e Sud Est asiatico.