#ECCEDIGIT

Made in Italy, il rinascimento è digitale

A Firenze la seconda edizione del progetto lanciato da Google Italia e Unioncamere a sostegno delle Pmi. Barberis: “L’Italia può diventare leader in Europa della trasformazione digitale”

Pubblicato il 30 Set 2015

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Aiutare le aziende a sviluppare una propria strategia online: questo il fulcro del progetto Eccellenze in Digitale, voluto da Google Italia in collaborazione con Unioncamere e 64 Camere di Commercio, la cui seconda edizione è stata presentata oggi a Firenze. Il progetto #eccedigit ha messo in campo in tutta Italia 132 giovani esperti del web: a Firenze sta lavorando un team di sette digitalizzatori (il più numeroso d’Italia) che in poche settimane ha già contattato 80 imprese.

“Ci sono due reparti in gioco, rete e imprese – ha spiegato Paolo Barberis, consigliere per l’innovazione del presidente del Consiglio – innovare questo rapporto permette di proiettare le eccellenze italiane oltre i confini, quindi rappresentare l’Italia anche laddove tipicamente non arriva. Crediamo che la trasformazione digitale delle imprese consista proprio in questa innovazione aperta: inserire delle persone che siano formate per questo all’interno del tessuto aziendale per sfruttare al meglio
le potenzialità di internet”.

A presentare il progetto all’auditorium di PromoFirenze, fra gli altri, Leonardo Bassilichi (vicepresidente Unioncamere e presidente della Camera di Commercio di Firenze), Paolo Barberis (consigliere per l’innovazione del presidente del Consiglio),
Diego Ciulli (public policy manager di Google Italia), Domenico Mauriello (responsabile ricerca e formazione del centro studi Unioncamere), Elisa Simoni (deputata fiorentina) e il team fiorentino di Eccellenze in Digitale.

“Se vogliamo siamo nella posizione ideale per poter dettare all’Europa la strada, il mix tra quello che è stato il nostro Rinascimento e quella che è l’attuale trasformazione digitale – ha sottolineato Barberis – In questo momento stiamo disegnando l’ecosistema digitale su cui si appoggeranno i vari attori, che saranno fondamentalmente community di developer, designer, in generale di project manager che vogliono fare del digitale il nuovo prodotto”.
Il sistema, ha proseguito Barberis, “metterà in campo sia gli enti locali e centrali che tutti i soggetti che vogliono entrare in questo business”. Il tutto partendo dall’infrastruttura, “l’innovazione delle innovazioni: la banda larga”.

Intervenendo all’evento Diego Ciulli, public manager di Google Italia, ha detto: “Vorremmo essere la piattaforma tecnologica che accompagna le piccole e medie imprese a cogliere l’opportunità del web perché pensiamo che sia utile al Paese e perché pensiamo sia utile per Google”. Ciulli ha ricordato come, ad esempio, soltanto il 5% delle Pmi vende online o che il 40% delle imprese ritiene inutile l’utilizzo di Internet.

Eppure secondo i dati di Google Trends la ricerca del Made in Italy su Internet è cresciuta del 24% dal 2008 a oggi: attirano più le immagini (+41%) e i video (+32%) delle notizie (-7%), ma è lo shopping (soprattutto negli USA) a farla da padrona con un
incremento delle ricerche del 57%. A sorpresa l’Australia è la più appassionata del nostro «saper fare», seguita da USA e Gran
Bretagna, con grandi attenzioni anche da Grecia, Canada, Svizzera, Germania, Belgio e Olanda. Le città più attratte dal
Made in Italy sono Sydney, Londra e New York.

“In un Paese che ha questo tipo di ritardo -ha aggiunto Ciulli- pensiamo che sia possibile un’alleanza tra le piattaforme digitali (non siamo gli unici) e il sistema delle Pmi.”.

Secondo i dati di Google Trends,

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