Gli scenari futuri vedono le economie degli Stati sempre più contaminate dalle consorterie criminali, che si profilano come veri e propri “multi-service provider”, in grado cioè di sfruttare nel mondo digitale “la capacità organizzativa di fare networking, di stabilire alleanze operative e strategiche tra gruppi diversi, anteponendo l’unità di intenti alle lotte interne”. È quanto si legge nella Relazione sull’attività svolta e risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia nel primo semestre del 2022, presentata dal Ministro dell’Interno, e relativa all’analisi sui fenomeni di criminalità organizzata di stampo mafioso del primo semestre del 2022.
I nuovi profili delle organizzazioni criminali
Il documento descrive il quadro criminale e i profili evolutivi delle organizzazioni di tipo mafioso e di matrice etnica soffermandosi sui rispettivi modus operandi e avendo riguardo alle differenti capacità in ordine alla infiltrazione nell’economia legale e al turbamento dell’ordine e della sicurezza pubblica. Una particolare attenzione, in continuità con lo scorso semestre, è stata riservata al crescente ricorso alle transazioni finanziarie attuate mediante l’utilizzo di nuove tecnologie come la blockchain, per lo scambio di rappresentazioni digitali di valore quali le criptovalute e gli Nft, e alle iniziative istituzionali finalizzate a contrastare efficacemente, anche in questo campo, il riciclaggio e il finanziamento delle mafie.
L’elaborato sottolinea inoltre l’importanza della cooperazione internazionale per massimizzare l’efficacia della lotta alle organizzazioni criminali ormai proiettate a valicare sistematicamente i confini nazionali.
Il rapporto, in particolare, evidenzia un’accresciuta sinergia e dalla condivisione dell’high tech soprattutto tecnologico e digitale, oltre a quello finanziario, che permette alle organizzazioni criminali di operare in maniera incisiva nel mondo imprenditoriale. L’uso delle innovazioni tecnologiche ha assunto, quindi, un ruolo cruciale e determinante: oggi le mafie sono capaci di sfruttare la crittografia nelle comunicazioni e i molteplici strumenti che il mondo digitale mette a disposizione per pubblicizzare merci illegali o per diffondere la disinformazione facendo del Web l’ambito in cui viene svolta la maggior parte delle attività lucrative e riflettendo la complessità derivante da un panorama digitale in costante evoluzione e da un quadro giuridico frammentato. Il fenomeno dimostra anche come la pandemia di Covid-19 abbia costretto i sistemi giudiziari dell’Ue a definire approcci innovativi e adattare i processi esistenti.
Le misure previste in Italia
Sul piano italiano, tanto per cominciare, le crescenti potenzialità offerte dalla digitalizzazione e le possibili conseguenze cui è esposto il sistema finanziario hanno formato oggetto di un’apposita comunicazione della Banca d’Italia, pubblicata il 30 giugno 2022, rivolta non solo agli intermediari vigilati ma anche a quanti “…operano a vario titolo negli ecosistemi decentralizzati anche come utenti…” per richiamare l’attenzione oltre che sulle opportunità offerte da tali tecnologie anche sui rischi insiti nelle stesse e nell’operatività in cripto-attività”.
A tale ultimo riguardo, con riferimento al semestre in esame, il rapporto rileva, ancor prima, l’approvazione del Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze recante disposizioni per l’esercizio dei servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale e dei servizi di portafoglio digitale. Con questo provvedimento lo svolgimento di tali attività, anche on line, viene subordinato al possesso di specifici requisiti e all’iscrizione degli operatori de quibus in un’apposita sezione del Registro dei Cambiavalute e ascrive in capo agli stessi l’onere di inviare in via telematica al medesimo organismo, con cadenza trimestrale, i dati relativi alle operazioni effettuate nel territorio della Repubblica italiana
Gli strumenti necessari a contrastare il fenomeno
Secondo la Relazione, “appare indispensabile agire sia mediante attività di contrasto giudiziario, sia anticipando ogni forma di intervento con un’efficace azione preventiva. È noto come le organizzazioni criminali italiane e straniere siano ormai proiettate a valicare sistematicamente i confini nazionali, costituendo una crescente minaccia per la sicurezza degli Stati, delle loro economie e dei diritti dei cittadini. D’altra parte il limitato ricorso alla violenza, soprattutto nei territori oltre confine, nonché la conseguente mutazione delle organizzazioni criminali vieppiù profilate verso una vocazione affaristico-imprenditoriale, evidenziano il rischio che possa ridursi la percezione della pericolosità sociale della criminalità organizzata”.
La Dia ribadisce inoltre, come ancora sottolineato durante gli incontri internazionali, la necessità di “utilizzare un linguaggio comune, metodologie e normative condivise per massimizzare l’efficacia delle azioni di contrasto poiché i nuovi scenari richiedono strategie congiunte e coordinate ad ogni livello, anche in considerazione del recente interesse della criminalità mafiosa verso il sistema delle criptovalute, nonché un più moderno ed efficace adeguamento normativo da parte dei Paesi Ue ed extra Ue”.
È ormai evidente quanto un intervento normativo di questa portata, armonizzando il compendio in materia di “misure antiriciclaggio e patrimoniali”, dovrebbe tendenzialmente trarre spunto dall’approccio italiano “follow the money”, apprezzato a livello globale, nella comune consapevolezza che le future sfide si combatteranno nel mondo digitale (dark web, metaverso, criptovalute, ecc.). “Dopo un incoraggiante e iniziale recupero di quanto perso durante la pandemia da Covid 19, il 2022 si è aperto con una nuova sfida per l’economia globale, una guerra all’interno dell’Europa, che mette a repentaglio non solo vite umane ma anche crescita ed equilibri geopolitici ed economici”.
Un tavolo permanente per lo studio delle transazioni digitali
In particolare, in relazione al crescente sviluppo delle transazioni finanziarie attuate mediante il ricorso a nuove tecnologie e allo scambio di rappresentazioni digitali di valore, quali criptovalute e Nft, è stato avviato nel periodo in esame un tavolo permanente volto allo studio delle correlate fenomenologie e all’individuazione di possibili elementi di contatto con la criminalità organizzata. Si evidenzia, altresì, come i rischi insiti nella crescente diffusione dei virtual asset, sui quali anche nel semestre in esame si è incentrata l’attenzione degli organismi internazionali ed europei cosi come quella del legislatore nazionale, trovino conferme nel dispositivo di prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo.
In tale ambito, si sottolinea l’efficacia della Rete Operativa Antimafia @On di cui la Dia è ideatrice, promotore e Project Leader, che è oggetto di apposita disamina nel Focus di questa relazione semestrale. La Rete, il cui progetto era stato avviato nel 2013 e recentemente rifinanziato per ulteriori 24 mesi dal “Grant Agreement” tra il Direttorato Generale per la Migrazione e Affari Interni della Commissione Eu Dg-Home e la Dia con ulteriori 2 milioni di euro a partire dal febbraio 2022, rappresenta lo strumento con cui la Dia favorisce le Agenzie di Polizia nello scambio operativo delle informazioni relative alle organizzazioni criminali presenti negli Stati membri dell’Unione Europea per sostenere le indagini transnazionali anche mediante il rapido invio sul posto di investigatori, specializzati nel particolare fenomeno criminale indagato, a vantaggio dei Paesi richiedenti.