Magrini: “Imprenditori, startup e grandi imprese: il ruolo del venture”

Il co-founder di United Ventures: “Sviluppando un ecosistema integrato di fondi di capitale di rischio, imprenditori che hanno l’ambizione di ridefinire intere industries, un sistema educativo di alto livello e grandi imprese capaci di intercettare nuovi business ci sono enormi opportunità da cogliere”

Pubblicato il 29 Lug 2015

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Le startup rappresentano un sottoinsieme limitato della categoria di “nuove imprese”: nascono piccole con l’ambizione di diventare molto grandi, modificando radicalmente prodotti, servizi e mercati esistenti grazie all’introduzione di innovazioni disruptives, spesso (ma non solo) di matrice tecnologica innovativa. In Expo il 2 luglio insieme ad Assinform e a Confindustria Digitale abbiamo potuto riflettere su questo importante argomento di politica industriale. La natura innovativa, ambiziosa e “rischiosa” di questi nuovi business necessita che sia contemplata la possibilità di fallire. Come?

Le startup hanno bisogno di equity, ovvero di capitale di rischio che permette di chiudere l’azienda in bonis in caso di fallimento senza generare debito non rimborsabile e rende possibile scommettere su business molto ambiziosi che non generano flussi di cassa nei loro primi anni di vita. Per questo i fondi di venture capital svolgono un ruolo cruciale nel finanziare l’innovazione e non sono omologabili a nessun’altra forma di finanziamento. I soggetti chiave sono imprenditori che hanno l’ambizione di sviluppare business globali, che nutrono passione per la propria attività e hanno una visione estremamente positiva sull’impatto che la propria iniziativa può avere sulla società, con l’obiettivo di ridefinire mercati specifici.

Un altro ruolo fondamentale dell’ecosistema è giocato dalle grandi imprese che hanno la capacità di amplificare il go-to-market delle startup a patto che il momento di contatto avvenga quando le startup abbiano validato le proprie metriche, sviluppato un prodotto e servizio pronto per il mercato e superato le difficoltà iniziali. Le aziende, grazie alle proprie strategie di M&A, devono essere capaci di intercettare i nuovi trends e dimostrarsi veloci nell’individuare i soggetti migliori da acquisire per innovare i propri business, prima che interi mercati possano essere ristrutturati dall’avvento di nuovi soggetti. Occasioni da cogliere si presentano tutti i giorni. Sviluppando un ecosistema integrato di fondi di capitale di rischio, imprenditori che hanno l’ambizione di ridefinire intere industries, un sistema educativo di alto livello e grandi imprese capaci di intercettare nuovi business ci sono enormi opportunità da cogliere.

Il venture capital in Italia può giocare un ruolo chiave in questo processo.

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