Un istituto di emissione ha tra i suoi compiti fondamentali quello di stampare moneta. Per soddisfare le richieste di liquidità dei mercati e per sostituire le vecchie banconote diventate inutilizzabili in quanto eccessivamente consumate.
Capita che dopo un po’ di anni i biglietti vengano sostituiti con altri dalla forma diversa, pure se con lo stesso valore. Questo per rendere più complicata la vita ai falsari. È successo in queste settimane con le nuove banconote da 5 euro emesse dalla Banca Centrale Europea; succederà ancora con i tagli da 10 e 20 euro.
A volte, però, capita che l’Istituto di emissione complichi la vita non solo ai falsari, ma anche ai consumatori, in particolare a quanti utilizzano le banconote per comprarsi sigarette, biglietti del treno, benzina o quant’altro. Può succedere, infatti, che in attesa dell’aggiornamento del software i distributori automatici non riconoscano le nuove emissioni. Come è regolarmente successo. Passi per le sigarette (ne guadagna la salute), un più grave è se si deve prendere il treno o fare il pieno e ci si trova senza soldi spendibili.
Disguidi inevitabili? Direi di no. Testimoniano certamente l’incapacità di molte aziende di aggiornare i software dei distributori in tempi compatibili con le necessità dei consumatori. Tuttavia, potrebbero essere tranquillamente eliminati alla fonte se le macchinette mangiasoldi fossero sostituite da lettori di bancomat e carte di credito. Moneta elettronica contro moneta cartacea. Dover pagare la multa perché non si ha il biglietto del treno in tasca può essere segno di ritardo digitale.